In occasione della giornata mondiale per la consapevolezza dell’accessibilità (GAAD) 2025, Google ha annunciato una serie di novità pensate per migliorare l’esperienza d’uso su Android e Chrome, con un’attenzione particolare agli utenti con disabilità.
Indice:
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Le ultime novità di Google in ambito accessibilità
Tra le funzionalità interessate dall’aggiornamento troviamo Page Zoom su Chrome per Android e le sempre più evolute Expressive Captions su Android, ma le novità non si fermano qui.
Page Zoom su Chrome per Android permette più leggibilità senza compromettere il layout
Partiamo da una funzionalità che interesserà da vicino tutti coloro che hanno difficoltà nella lettura dei contenuti web su smartphone, Page Zoom, funzione già familiare agli utenti desktop arriva ora in una versione ottimizzata anche su Chrome per Android, offrendo la possibilità di aumentare la dimensione del testo all’interno delle pagine web senza stravolgere il layout né compromettere l’esperienza di navigazione.
Gli utenti possono applicare lo zoom in modo globale, ovvero su tutti i siti, oppure limitarsi a singoli domini a seconda delle proprie esigenze; per accedere alla nuova opzione basta cliccare sul menù a tre puntini e selezionare la voce “Zoom”.
Una novità che, pur nella sua apparente semplicità, può fare davvero la differenza per le persone ipovedenti o per chi fatica a leggere caratteri piccoli su schermi ridotti.
Le Expressive Captions migliorano
Un’altra novità riguarda l’aggiornamento delle Expressive Captions, introdotte originariamente nel dicembre dello scorso anno; si tratta della funzione di sottotitoli in tempo reale basata sull’intelligenza artificiale, che ora diventa ancora più raffinata grazie al riconoscimento delle inflessioni espressive del linguaggio.
In pratica, Android è ora in grado di identificare quando le parole vengono prolungate o enfatizzate, ad esempio distinguendo tra un semplice “no” e un più drammatico “noooooo”, o rilevando l’entusiasmo in determinate frasi; un bel passo avanti verso sottotitoli non solo accurati, ma anche empatici e aderenti al tono della conversazione.
L’aggiornamento porta con sé anche il riconoscimento dei suoni non verbali, come fischi o colpi di tosse, che potranno così essere rappresentati correttamente nei sottotitoli; per il momento la funzione è disponibile in lingua inglese per gli utenti di Android 15 negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia.
Gemini potenzia TalkBack con descrizioni più ricche e interazioni più naturali
Un’altra importante evoluzione arriva da Gemini, l’assistente IA di Google che ora collabora con TalkBack per offrire non solo descrizioni delle immagini, ma anche interazioni basate su domande e risposte.
L’utente potrà quindi chiedere informazioni su ciò che appare in una foto ricevuta da un amico (per esempio marca e colore di una chitarra) oppure ottenere dettagli su un oggetto visibile in un’app di shopping, come il materiale o eventuali sconti attivi; il tutto senza dover necessariamente vedere lo schermo, con un’esperienza pensata per massimizzare l’accessibilità e l’autonomia.
OCR, PDF e Chromebook
Anche per gli utenti desktop ci sono buone notizie, su Chrome per PC infatti è ora possibile interagire con i file PDF tramite screen reader, grazie al supporto del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR); in questo modo, testi contenuti in PDF che prima risultavano inaccessibili (ad esempio perché salvati come immagini) potranno essere evidenziati, copiati o cercati agevolmente.
Infine, Google annuncia che durante l’utilizzo dell’app BlueBook del College Board, utilizzata per i test SAT e AP su Chromebook, sarà possibile sfruttare ChromeVox, la dettatura e altri strumenti di accessibilità integrati nel sistema; una novità che punta a rendere l’ambiente di esame più equo per tutti gli studenti, senza penalizzare chi ha esigenze particolari.
Tutte queste novità, seppur eterogenee, convergono verso un unico obbiettivo: abbattere le barriere digitali e creare un’esperienza d’uso accessibile a tutti, indipendentemente dalle proprie capacità visive, uditive o cognitive. Google dimostra ancora una volta di voler giocare un ruolo di primo piano nel campo dell’accessibilità, con funzionalità intelligenti, integrate e sempre più naturali da usare.
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