Google ha erroneamente pubblicato (e prontamente rimosso) un post che racconta, per filo e per segno, tutti i segreti del Material 3 Expressive, nuova evoluzione della filosofia di design che verrà ufficialmente presentata durante il Google I/O 2025.

Per sfortuna del colosso di Mountain View, la pagina è rimasta online per un tempo sufficiente affinché l’archivio Wayback Machine (una sorta di macchina del tempo per il Web) riuscisse a catturarne l’essenza. Andiamo a scoprire quindi tutti i segreti di questa rinnovata filosofia di design.

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Google ha ufficializzato per sbaglio il Material 3 Expressive

Dopo essere stata una semplice indiscrezione, supportata dai vari indizi nascosti nelle Beta di Android 16 e nei codici sorgente delle varie app della casa, l’esistenza della nuova filosofia di design targata Google è stata confermata direttamente dal colosso di Mountain View quando, una decina di giorni fa, è stata diramata la lista delle sessioni (tecniche e non) che si svolgeranno durante il Google I/O 2025.

Material 3 Expressive (o M3 Expressive o Expressive Design), è questo il nome della nuova filosofia di design che Google ha erroneamente “ufficializzato”, pubblicando (per sbaglio) il post con cui i ricercatori del dipartimento Material ce l’avrebbero raccontata tra una quindicina di giorni sul portale dedicato al design del colosso di Mountain View.

Come anticipato in apertura, il post è stato “salvato” dalla WayBack Machine (potete consultarlo tramite questo link); per tutte le immagini andate perse, invece, dobbiamo ringraziare i colleghi di 9to5Google.

Material 3 Expressive è l’aggiornamento del design system di Google più studiato di sempre. In questo articolo, i ricercatori di Material condividono i dati alla base dei design e nuove informazioni sulla preferenza degli utenti per un’esperienza utente incentrata sulle emozioni.

Cosa è il Material 3 Expressive?

I designer di Google hanno voluto osare, creando una filosofia di design audace ma che al contempo fosse studiata nei minimi dettagli: estetica non banale, addio ai design noiosi, ricerca di interfacce utente che possano connettere le persone al livello emotivo.

Per sviluppare il Material 3 Expressive, l’intero team ha smesso di delegare le decisioni da prendere ai dati, preferendo la “collaborazione” tra ricerca, design e ingegnerizzazione e sfruttando spunti nati quasi per caso. L’obiettivo è chiaro: fare in modo che le app non sembrassero tutte uguali tra loro.

Negli ultimi tre anni (quindi da un anno dopo rispetto all’avvento del Material You con Android 12 e i Pixel 6), il team di progetto ha condotto 46 studi di ricerca distinti (con oltre 18.000 partecipanti in tutto il mondo) per mettere a punto un sistema che potesse essere il giusto equilibrio tra aspetto estetico e semplicità d’uso.

L’Expressive Design ti fa provare qualcosa. Ispira emozioni, comunica funzionalità e aiuta gli utenti a raggiungere i loro obiettivi. Pensalo come un design con un’anima. Gli elementi fondamentali sono l’uso del colore, della forma, delle dimensioni, del movimento e del contenimento. Questi aspetti del design sono anche fondamentali per rendere un prodotto più usabile, attirando l’attenzione su ciò che conta nell’interfaccia: far risaltare le azioni chiave e raggruppare elementi simili.

Google - Material 3 Expressive leak

Il processo di affinamento, dopo la creazione dei concetti iniziali

Tra i sopra-citati studi di ricerca, condotti dopo aver “buttato giù” i concetti di base dietro al Material 3 Expressive nella forma in cui dovrà essere integrata all’interno dei prodotti Google, il team di progetto ha condotto:

  • Analisi su dove gli utenti focalizzano la loro attenzione nella UI (Eye Tracking)
  • Valutazioni sulle risposte emotive a diversi progetti (Sondaggi e Focus Group)
  • Raccolta di sentiment e preferenze degli utenti
  • Valutazioni sulla velocità con cui i partecipanti allo studio riuscissero a comprendere e utilizzare una nuova interfaccia.

Da tutti gli studi, sondaggi e focus group condotti, è emerso che la maggioranza dei partecipanti preferisce un design espressivo ben fatto a un design non espressivo; i dati mostrati da questi grafici evidenziano che il nuovo design è più gradito soprattutto al “pubblico” più giovane.

Ecco alcuni concept in Material 3 Expressive

Nelle app in Material 3 Expressive, non mancherà una barra flottante degli strumenti, utile sia per trasmettere un aspetto moderno che per evidenziare la presenza del componente stesso.

Per costruire solide basi, abbiamo iniziato con la ricerca sui singoli componenti. Ad esempio: quale indicatore di avanzamento ha reso il tempo di attesa più rapido pur mantenendo l’aspetto di un telefono di fascia alta? Abbiamo anche studiato quanto grande può essere un pulsante per migliorare il tempo di tocco senza sovrastare gli altri elementi sullo schermo.

Sono moltissimi altri gli elementi studiati a fondo e che cambieranno: le due seguenti immagini, ad esempio, mostrano i concept di un’app per lo streaming musicale e di un’app di posta elettronica; a sinistra, è presente la versione “non espressiva”, mentre a destra, è presente la versione “espressiva”.

Soprattutto nel caso dell’app di posta elettronica, Google fa sapere che i partecipanti al sondaggio relativo a quell’app sono stati in grado di individuare gli elementi chiave dell’interfaccia utente fino a 4 volte più velocemente rispetto alla versione nel “vecchio” Material 3.

Il contesto resta una cosa fondamentale

Dando per assodato (anche se entra un po’ in gioco la sfera del soggettivo) che il Material 3 Expressive risulti visivamente più accattivante, intuitivo e facile da usare alla maggioranza di coloro che hanno partecipato agli studi condotti dal team di progetto, Google ritiene importante tenere conto del contesto.

Sebbene il design espressivo offra possibilità entusiasmanti, non è una soluzione universale. Ciò che funziona in un lettore multimediale o in un’app di posta elettronica potrebbe non essere adatto a un’interfaccia come quella di un servizio bancario. I produttori di prodotti devono rispettare modelli e standard di interfaccia utente consolidati.

Il post dell’annuncio del Material 3 Expressive si chiude con alcuni consigli per gli sviluppatori su come iniziare a produrre app che vadano oltre rispetto ai design “puliti” e “noiosi” a cui siamo abituati oggi. Il più importante, forse (anche se non sono uno sviluppatore di app), sembra quello che suggerisce di dare priorità alla funzionalità principale dell’app invece di penalizzarla a favore dell’estetica.

Mancano quindi due settimane per scoprire ufficialmente qualcosa di cui, ormai, sappiamo già tutto: a questo punto, c’è curiosità per capire se sul palco del Google I/O verrà mostrato altro (magari in azione su Android 16) o se, come avviene ormai per i lanci dei nuovi smartphone, tutto l’hype sarà già scemato prima dell’annuncio ufficiale.