Le novità di Google basate sull’intelligenza artificiale negli ultimi mesi sono andate via via aumentando e Google Gemini oggi è più che un semplice chatbot, essendo oramai pienamente integrato in alcune delle soluzioni più popolari del colosso di Mountain View.

Un esempio è quello che ci arriva dalla serie Google Pixel 9, smartphone nei quali l’assistente IA del colosso di Mountain View è al centro dell’ecosistema di applicazioni e servizi.

Ebbene, pare che il team di sviluppatori del colosso di Mountain View abbia in programma di alzare ulteriomente l’asticella delle funzionalità basate sull’intelligenza artificiale.

Google, l’intelligenza artificiale e le applicazioni mediche

Stando ad un recente report, il colosso statunitense sta lavorando con diversi partner internazionali per riuscire a migliorare le diagnosi cliniche con l’intelligenza artificiale, addestrata a riconoscere i disturbi tramite variazioni nel semplice suono di sintomi come tosse e starnuti.

Google ha stretto una partnership con l’azienda indiana Salcit Technologies, specializzata nel miglioramento dell’assistenza sanitaria respiratoria tramite IA, per creare una soluzione simile che possa essere eseguita anche direttamente sui dispositivi Android, senza la necessità del supporto di server esterni per funzionare.

Da questa collaborazione è nato un modello chiamato HeAR (Health Acoustic Representations), soluzione addestrata su 300 milioni di clip audio di tosse, raffreddore, starnuti e tipi di respirazione da tutto il mondo: l’intelligenza artificiale è capace di individuare particolari suoni che gli esseri umani non riescono a percepire normalmente e che potrebbero essere legati a determinate patologie respiratorie.

Salcit Technologies sta utilizzando HeAR per migliorare le valutazioni polmonari e le diagnosi di tubercolosi fornite Swaasa, la sua soluzione di intelligenza artificiale il cui utilizzo è stato approvato dall’ente regolatore indiano per i dispositivi medici.

Al momento Swaasa si basa sull’elaborazione cloud ma presenta ancora ampi margini di miglioramento e la speranza è che Google finisca per implementare il modello HeAR in Android, in modo da poter essere utilizzato direttamente on-device.