Il rilascio di Android 15 Beta 3 sta facendo emergere diverse novità e curiosità interessanti sul nuovo sistema operativo di Google. Una di queste si chiama Device Diagnostics ed è una voce presente nell’app Impostazioni del telefono aggiornato all’ultima release di Android.
Motorola edge 60, 8/256 GB
50+50+10MP, 6.67'' pOLED 120Hz, Batteria 5200mAh, ricarica 68W, Android 15
Device Diagnostics: cosa prevede la nuova funzionalità di Android 15
Accedendo a questa sezione dell’app Impostazioni ci si trova davanti due opzioni: Component health ed Evaluation mode. La prima, che potremmo tradurre con Integrità dei componenti consente di eseguire dei test sullo stato della batteria e sullo spazio di archiviazione (Component status) ma anche verifiche sul display e sul touchscreen (Manual tests). La seconda, Modalità di valutazione, permette invece di utilizzare un dispositivo per valutarne un altro.
Il test del display, per esempio, mostra schermate di diverso colore così da consentire di notare eventuali difetti, pixel rotti e anomalie nella visualizzazione. La verifica del touch, invece, prevede di far scorrere il dito sul display in un determinato punto in cui l’input tattile potrebbe non funzionare. Lo stato della batteria mostra l’autonomia rimasta (in percentuale), la data di produzione del componente, la data del primo utilizzo e il conteggio dei cicli di ricarica. La sezione dedicata allo stato dello spazio di archiviazione mostra la durata rimanente del chip di memoria e la relativa capacità totale.
La cosiddetta Modalità di visualizzazione richiede un secondo dispositivo da collegare tramite codice QR (il device “esaminatore” scansiona il codice sul device “esaminato”) ed effettua dei test (tra cui quelli sullo stato del display e del funzionamento del touchscreen) al termine dei quali viene restituito un report con il loro esito.
Questa funzionalità è molto, molto, interessante. Sebbene non sia comune che le persone abbiano dei problemi con i propri smartphone Android – sia per la loro longevità che per la tendenza a sostituirli dopo qualche anno, ma anche perché in presenza di guasti ci si rivolge a un centro assistenza – poter effettuare delle autodiagnosi apre diverse possibilità.
Da una parte quella di poter intervenire autonomamente su alcuni problemi che non richiedono interventi hardware, ma dall’altra anche semplificare l’attività dei centri assistenza. Non è impensabile un servizio da remoto che chieda di effettuare delle verifiche e informare l’operatore del risultato così da guidare l’utente sui tentativi di risoluzione del problema da prevedere. Senza sottovalutare la possibilità di conoscere la data di produzione della batteria e il numero dei cicli di ricarica e di valutare tale informazioni quando si decide di acquistare uno smartphone usato. Una funzione dalle importanti potenzialità che sarà utile continuare a monitorare.