Proprio nella giornata di ieri, sulle pagine di Tuttotech, abbiamo visto come OpenAI abbia lanciato l’applicazione mobile ufficiale di ChatGPT su iOS, nonostante l’app sia al momento un’esclusiva del sistema operativo della mela, arriverà presto anche su Android.

Diversi utenti del robottino però, forse per poca conoscenza in materia o per pura e semplice curiosità, si sono cimentati nel download di diverse applicazioni presenti sul Play Store, applicazioni che scimmiottano ChatGPT ma che possono rivelarsi molto pericolose.

Diverse applicazioni false di ChatGPT mettono a rischio gli utenti

L’intelligenza artificiale è sicuramente l’argomento principale di questo periodo, quello che più di tutti catalizza l’attenzione non solo degli utenti appassionati di tecnologia ma anche dei profani, OpenAI con il suo chatbot ChatGPT sta riscuotendo un notevole successo negli ultimi mesi, motivo per cui ha deciso proprio ieri di lanciare la sua prima applicazione mobile su iOS.

In realtà gli utenti avevano già la possibilità di utilizzare ChatGPT da smartphone, affidandosi all’app Bing di Microsoft, ma l’azienda vuole comunque fornire la propria applicazione ufficiale, così da entrare di prepotenza in un settore come quello mobile che darà certamente i suoi frutti.

Come spesso accade però quando un servizio riscuote successo, iniziano a proliferare false copie dello stesso che, spesso e volentieri possono contenere malware in grado di creare seri danni agli ignari utenti, ma possono anche utilizzare metodi più semplici per spillare soldi ai malcapitati che sottoscrivono degli abbonamenti: è questo il caso riportato dalla società di sicurezza informatica Sophos che ha individuato diverse app che hanno indotto gli utenti a pensare che fossero basate sui modelli linguistici di ChatGPT.

Le applicazioni in questione dunque fingono di utilizzare i modelli linguistici del celebre chatbot, non contengono malware ma spingono gli utenti a sottoscrivere costosi abbonamenti mensili o annuali per il loro utilizzo; tali app sono riuscite ad aggirare i controlli dei vari store di applicazioni grazie alle versioni gratuite del servizio, che però non facevano alcunché se non bombardare gli utenti di pubblicità per spingerli appunto a sottoscrivere un abbonamento. Oltre a questo, gli sviluppatori utilizzavano numerose false recensioni positive per attirare quanti più utenti possibile.

Di seguito alcune delle applicazioni scovate dalla società di sicurezza informatica:

  • Chat GBT: costa $ 6 a settimana e $ 312 all’anno dopo la fine della prova gratuita di tre giorni. Gli sviluppatori hanno guadagnato $ 10.000 solo a marzo
  • Genie: fa pagare $ 7 per una settimana e $ 70 per un anno. Ha guadagnato $ 1 milione ad aprile.
  • GAI Assistant: la versione a pagamento costa $ 6 a settimana. La versione gratuita ha un limite giornaliero di dieci ingressi. Ha guadagnato ai suoi sviluppatori circa $ 15.000 a marzo.
  • AI Chat GBT:  € 6,49 al mese.
  • AI Chat – Chatbot AI Assistant: tenta di addebitare $ 8 per una settimana, ma il prompt può essere ignorato
  • Genie AI Chatbot:  abbonamento settimanale da $ 7 o annuale da $ 70. Ha portato entrate per $ 700.000 il mese scorso.
  • AI Chatbot – Open Chat Writer: $ 6,99/mese o $ 79,99/anno

Come potete notare, si tratta certamente di una pratica proficua per gli sviluppatori senza scrupoli, le cui applicazioni sono già state segnalate ad Apple e a Google e alcune sono già state rimosse dai rispettivi store; qualora anche voi abbiate scaricato una di queste app, il consiglio è non solo di procedere alla sua disinstallazione, ma soprattutto all’annullamento dell’abbonamento sottoscritto. Basterà avere un po’ di pazienza, OpenAI ha già annunciato il futuro rilascio dell’app ufficiale di ChatGPT anche per il nostro caro robottino verde.

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