Nothing Phone (1) è uno smartphone che fa del design particolare — costruito attorno al retro trasparente e ai 900 LED dell’interfaccia Glyph — la sua arma principale, tuttavia gli utenti interessati ad acquistarlo non si limiteranno ad ammirarne i vezzi estetici bensì lo esporranno ai classici maltrattamenti dell’utilizzo quotidiano, per questo motivo è interessante scoprire come sia uscito da un classico test di resistenza.

Nei giorni scorsi avevamo già parlato del teardown di Nothing Phone (1) e di un punteggio di riparabilità non esattamente esaltante; prima ancora vi avevamo raccontato di qualche problema di gioventù a cui lo smartphone sta andando incontro e che il produttore dovrà lavorare per correggere alla svelta. Già oggi, comunque, è possibile riconoscere a Nothing Phone (1) un nuovo pregio: una resistenza piuttosto soddisfacente.

Nothing Phone (1) affronta JerryRigEverything

Il test di resistenza di JerryRigEverything (al secolo Zack Nelson) è un grande classico di questo settore, una sorta di rito di passaggio che segna l’arrivo sul mercato dei nuovi smartphone. Neppure Nothing Phone (1) — che col suo design iconico ha già ispirato dbrand — si è sottratto a questa tradizione e a quanti fossero già preoccupati della delicatezza di un design del genere possiamo anticipare una buona notizia: il primo smartphone di Nothing è un osso duro.

Nessuna sorpresa dal test di resistenza della Scala di Mohs, un criterio per la valutazione della durezza dei materiali: la copertura fronte-retro in vetro Corning Gorilla Glass 5 si comporta esattamente come previsto; non manca neppure una pellicola protettiva in plastica preapplicata. Il frame laterale dello smartphone è in alluminio (riciclato al 100%), mentre la certificazione IP53 contro acqua e polvere non rappresenta un risultato esaltante.

Alla prova del fuoco, Nothing Phone (1) reagisce da OLED: diventa bianco esposto alla fiamma, per poi recuperare quasi del tutto il suo normale funzionamento. A proposito di quello che si nasconde sotto al display, il buon Zack, con polpastrelli visibilmente rovinati da lavori manuali, non riesce a far funzionare il lettore ottico di impronte digitali.

Per finire il bend test: esercitando pressione dalla parte della cover posteriore, lo smartphone non si scompone per niente; facendo lo stesso dal lato del display, si nota una piega evidente in corrispondenza delle antenne e si sentono degli scricchiolii interni poco incoraggianti che però non si traducono in danni visibili.

In definitiva, Nothing Phone (1) regge l’urto ed esce tutto intero da questo test di resistenza. Per i più curiosi, il video completo è visibile a questo link.

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