Google ha annunciato una modifica alle condizioni a cui devono sottostare gli sviluppatori per poter pubblicare e monetizzare le applicazioni sul Google Play Store per dispositivi Android. La casa americana gioca d’anticipo rispetto al Digital Markets Act dell’UE, che entrerà in vigore nella sua forma definitiva soltanto nel 2024, dando la possibilità agli sviluppatori di poter utilizzare sistemi di fatturazione alternativi per gli acquisti in-app.

La scelta di Google è, in ogni caso, destinata a far discutere. L’apertura all’utilizzo di canali alternativi per la fatturazione per gli sviluppatori, infatti, comporterà solo una minima riduzione delle commissioni applicate. Per gli sviluppatori che sceglieranno questa strada, inoltre, potrebbe esserci addirittura un incremento dei costi complessivi. Vediamo tutti i dettagli in merito a quanto annunciato oggi da Google.

Google apre ai sistemi di fatturazione alternativi per gli acquisti in-app del Play Store ma i dubbi non mancano

Con l’obiettivo di anticipare quanto stabilirà il nuovo Digital Markets Act dell’UE, in queste ore, Google ha annunciato la possibilità per gli sviluppatori di utilizzare sistemi di fatturazione alternativi per gli acquisti in-app delle applicazioni pubblicate sul Google Play Store. Tale apertura è riservata agli utenti dello Spazio Economico Europeo.

Quest’apertura è riservata alle app che non rientrano nella categoria giochi e sarà disponibile solo nel caso in cui lo sviluppatore soddisfi precisi requisiti di sicurezza per il sistema di fatturazione scelto. Gli sviluppatori, inoltre, dovranno seguire le linee guida di Google anche per quanto riguarda l’assistenza post-acquisto garantendo supporto agli utenti in caso di problematiche. Per i pagamenti, invece, bisognerà rispettare lo standard PCI-DSS (Payment Card Industry Data Security Standard).

Tutto ruota intorno alle commissioni applicate agli acquisti e proprio in merito a questa questione emergono i principali dubbi sul nuovo sistema adottato da Google. L’azienda parla di un taglio della commissione del 3% (intendendo una riduzione di 3 punti percentuale e non del 3% del valore della commissione) che porterebbe le commissioni del servizio al 12% e al 27% per gli sviluppatori che sceglieranno la fatturazione esterna al Play Store.

google play store

Secondo Google, attualmente, il 99% degli sviluppatori che pubblica app sul Play Store già si qualifica per rientrare nei requisiti per l’accesso alle commissioni al 15%. Per tutti questi sviluppatori, quindi, scegliere un sistema di fatturazione esterno porterebbe beneficiare di una commissione del 12% sull’importo pagato dall’utente. C’è però da considerare un altro elemento.

La scelta di un sistema esterno per la fatturazione comporterà, quasi sicuramente, commissioni aggiuntive per gli sviluppatori che verrebbero addebitate dall’istituto che si occupa di gestire la transazione. Di conseguenza, la concessione introdotta da Google per gli sviluppatori rischia di essere del tutto inefficace.

Gli sviluppatori, infatti, dovranno fare i conti con una doppia commissione per gli acquisti effettuati dagli utenti nello Spazio Economico Europeo. Di conseguenza, scegliere il canale “interno” al Play Store per gestire il pagamento potrebbe continuare ad essere la soluzione più vantaggiosa. 

Si tratta, ad ogni modo, di un primo passo di Google verso quanto stabilito dal Digital Markets Act. In futuro, però, l’UE potrebbe intervenire anche sul sistema di commissioni che Google intende applicare in caso di utilizzo di un sistema di fatturazione esterna. La casa americana ritiene necessaria tale commissione per consentire nuovi investimenti nell’ecosistema formato dal Play Store e dal sistema operativo Android.

Il nuovo sistema entrerà in vigore per i soli utenti dello Spazio Economico Europeo (anche se altri mercati potrebbero adottare meccanismi simili nel prossimo futuro). Staremo a vedere quale sarà la risposta degli sviluppatori al nuovo meccanismo definito da Google.