Iliad si racconta su Clubhouse: Benedetto Levi parla di innovazione, eSIM e 5G

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Iliad Italia, nella figura del CEO Benedetto Levi, ha preso parte al proprio evento ClubhouseSemplice come dire Rivoluzione”, fornendo numerose risposte e spunti interessanti in tema di innovazione e tanto altro.

L’evento è stato condotto dalla giornalista di Rai Radio 2 e RaiPlay Diletta Parlangeli, con l’ausilio di Mattia Zanetti, Alessia Esposito e Massimo Bertucci e ha visto la partecipazione anche di Andrea Scotti Calderini (co-founder e CEO di Freeda Media & Superfluid) e Davide Dattoli (co-founder e CEO di Talent Garden).

La ricetta giusta per l’innovazione

Nell’apertura sul tema delle rivoluzioni, la giornalista ha domandato al CEO di Iliad Italia come sia possibile allenarsi a guardare le cose da una prospettiva diversa. Benedetto Levi ha risposto così:

«Credo che il punto imprescindibile sia non dare mai nulla per scontato. Se ci si impone di mettere tutto in discussione, dai dettagli ai macro-funzionamenti di un settore, e ci si chiede se sia possibile cambiare e fare le cose in un altro modo più efficiente e veloce, si scopre che molto spesso la risposta sia affermativa.

Quindi credo sia una questione di curiosità e di mettere tutto in discussione sempre, poi non è detto che un’idea semplice rimanga tale al momento di concretizzarla, ma ci vuole sempre una certa dose di coraggio.

Oltre a questo ovviamente, è necessaria anche la corretta determinazione nel portare avanti e concretizzare l’idea».

Da Andrea Scotti e Davide Dattoli sono arrivate parole di conferma sulla curiosità come punto chiave dell’innovazione, accanto al coraggio e alla capacità di guardare fuori dalla propria cerchia (i.e. mercati diversi da quello italiano).

Levi ha poi ribadito l’importanza di ascoltare le persone per portare innovazioni nel momento giusto e soprattutto che siano effettivamente utili per clienti/utenti.

La discussione è proseguita parlando di come detrattori e scettici rendano più complessa l’innovazione e, a tal proposito, Benedetto Levi ha ricordato i momenti successivi all’annuncio dell’arrivo di Iliad in Italia:

«Quando abbiamo annunciato nel 2018 che saremmo entranti sul mercato, già dal prima dell’ingresso venivano diffuse in tutta Italia, sostanzialmente in buona parte dai nostri futuri concorrenti, voci secondo le quali in realtà non ci saremmo mai lanciati perché avevamo sottovalutato la difficoltà e avevamo preso una cantonata.

Poi però quando siamo arrivati sul mercato le voci sono cambiate in falliranno tra pochi mesi (credo che fosse una speranza di mettere in atto una profezia che si autoavverasse).

In realtà fortunatamente le persone nelle primissime settimane hanno fatto in tantissimi un atto di fede e il fatto che in 50 giorni dopo il nostro lancio ci fossero già 1 milione di persone passate a Iliad ha cambiato la dinamica. In questo caso quindi, detrattori non soltanto per pessimismo innato, ma direi con precisi scopi di business».

Riprendendo il discorso sul tenere d’occhio mercati diversi per innovare, pur avendo citato gli esempi di Cina e USA, Levi ha soprattutto posto l’accento sul ritardo dell’Italia, imputandolo alla mancanza di un ecosistema che permetta di concretizzare le idee in imprese, e ha espresso l’auspicio che le risorse del Recovery Fund vengano proficuamente sfruttate per colmare il gap con Paesi europei che qualche anno fa erano nella stessa situazione dell’Italia.

Prossime mosse: eSIM, rete proprietaria e 5G

Alcune delle domande poste al CEO di Iliad Italia hanno toccato argomenti più tecnici, come le eSIM, la copertura di rete e il 5G.

Quanto alle prime, Benedetto Levi ha confermato che nei prossimi mesi Iliad lancerà le proprie eSIM, tuttavia ha sottolineato come al momento, data la poca richiesta, non si tratti di una priorità.

In merito alla crescita della rete proprietaria di Iliad, il CEO ha risposto in questi termini:

«Stiamo sviluppando una rete in tutta Italia e stiamo accendendo decine di siti al giorno.

E’ difficile dare una risposta precisa, siamo partiti dalle più grandi città, ma oggi abbiamo migliaia di siti accesi in tutta Italia e dove non c’è ancora il nostro sito ci appoggiamo sulla rete consolidata di WindTre.

Quindi oggi copriamo la stragrande maggioranza di tutte le aree urbane principali in Italia e stiamo andando avanti».

A proposito del 5G, ribadendo che la scelta di partire dalle grandi città – intendendo come tali non solo le prime tre in Italia, ma decine di città – è funzionale a coprire un maggior numero di persone rispetto ad un sito posto in una zona rurale, il dirigente ha poi aggiunto:

«Per quanto riguarda il 5G, abbiamo lanciato a Dicembre 2020 la nostra prima offerta 5G (poi divenuta fissa e seguita da una seconda ancora migliore [N.d.R.]) e stiamo oggi accedendo le frequenze cosiddette alte: il 3.7 GHz partendo dalle principali città italiane e attualmente siamo in alcune decine di città con una copertura non ancora totale in tutta la città.

Quindi stiamo man mano andando ad ampliare sempre di più la copertura e nei prossimi mesi questa continuerà a svilupparsi molto rapidamente.

Poi dall’anno prossimo arriveranno anche le frequenze basse, di 700 MHz, che permetteranno di avere una copertura molto più capillare, anche all’interno degli edifici. E’ un lavoro in corso che non si ferma mai e sul nostro sito c’è la lista della città che hanno copertura 5G».

Purtroppo non si è parlato di due lacune che Iliad si porta dietro da quando è nata: la mancanza di un’applicazione ufficiale e l’impossibilità del cambio di offerta da parte dei già clienti.

“Effetto Iliad” sul mercato italiano

Un utente ha posto l’accento sull’impatto prodotto dall’arrivo di Iliad in Italia, ricordando che «quando Iliad è entrata nel mercato italiano ha destabilizzato tutto ciò che era lo status quo dei vecchi operatori, tanto è vero che i due player principali hanno creato Kena e ho. Mobile per fare concorrenza al mercato di Iliad che ha rotto tutti gli equilibri»

Benedetto Levi ha concordato su tutta la linea, ricordando l’aria che tirava in quel momento:

«Siamo entrati sul mercato proprio in occasione della fusione tra Wind e Tre con l’obiettivo di riportare una nuova ventata di concorrenza.

Prima di entrare, quello che abbiamo visto era un disamore delle persone che spesso sceglievano il male minore e non c’era un’impresa che davvero sembrasse parlare alle persone».

Clubhouse: curiosità e prudenza

Non poteva mancare qualche considerazione sulla piattaforma sulla quale l’evento si è svolto: Clubhouse, che è ancora riservato agli utenti iOS ma guarda con interesse al mondo Android, suscita negli ospiti curiosità e fascino, ma anche un atteggiamento di prudenza in merito ai possibili sviluppi futuri della piattaforma.

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Fonte: Mondomobileweb.it
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