Mentre ha raggiunto, o meglio avrebbe raggiunto, i due milioni di SIM attive a suon di pacchetti golosi a prezzi stracciati – con l’offerta d’esordio già uscita di scena e la seconda, quella da 6,99 euro, pronta a fare altrettanto – Iliad, in totale silenzio, si muove per guadagnare piena autonomia infrastrutturale nel più breve tempo possibile.

Vi abbiamo raccontato in diverse occasioni come l’operatore francese abbia immaginato la sua infrastruttura italiana, composta per una parte dagli impianti liberati da Wind Tre una volta a regime la rete unica, e per la restante parte da ripetitori nuovi.

Iliad, tuttavia, è costretta a fare affidamento sull’accordo di roaming siglato per dieci anni con Wind Tre e ad appoggiarsi sull’impalcatura di CK Hutchison fino all’istante in cui non entrerà in possesso di tutti quanti i ponti, sia di quelli non utili al gestore unico che di quelli realizzati ex novo dai propri tecnici. Da quel momento, il roaming verrà sfruttato solo nelle zone sprovviste di copertura 3 e 4G ed in cui l’unico accesso alla rete passa per il buon vecchio 2G.

Se siete aggiornati sugli accadimenti recenti, saprete che il trasferimento dei siti a Iliad ha conosciuto una fase di stallo per le difficoltà di ZTE, azienda inizialmente incaricata di gestire il passaggio alla rete unica. Dal momento che in Wind Tre, spazientiti, hanno deciso di rescindere quell’accordo ed affidare le operazioni a Ericsson, la squadra guidata da Benedetto Levi è partita alla ricerca dei siti in cui installare i nuovi ripetitori.

La testimonianza che eppur si muove arriva da una mail giunta in redazione, nonché quella dello screenshot sotto opportunamente privata delle informazioni sensibili. I rappresentanti del gestore sono in trattative con alcuni residenti di Palermo e dintorni per installare negli appezzamenti di terreno individuati le stazioni radio che integreranno la copertura dei ponti che, prima o poi, arriveranno da Wind Tre.

La mail inviata nella fase conclusiva delle trattative contiene il contratto di locazione – che non pubblichiamo per questioni di riservatezza – da cui si evince come l’accordo duri nove anni dalla sottoscrizione e preveda il rinnovo tacito per altri sei, mentre il corrispettivo – che ammonta a poco meno di diecimila euro l’anno – viene corrisposto dall’operatore in rate semestrali anticipate.

Iliad, quindi, ha fretta di chiudere il capitolo legato all’infrastruttura e di trasformarsi, finalmente, in un player autonomo e indipendente. Nonostante nessuno possa conoscere lo stato di avanzamento delle operazioni, è evidente come lo staff lavori sottotraccia per accelerare i tempi. La #RivoluzioneIliad è entrata nel vivo.

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