Continua l’affaire con protagonisti Huawei e il 5G in Italia. La Lega ha infatti preparato un’interrogazione al Ministro del Lavoro e dello Sviluppo (prima firma Massimiliano Capitanio) per richiedere al Governo l’utilizzo del Golden Power per escludere Huawei dallo sviluppo delle infrastrutture delle reti di nuova generazione. Prosegue dunque la partita che vede il colosso cinese ostacolato in tutto il mondo del pressing operato degli Stati Uniti di Trump.

Come vi abbiamo già raccontato ampiamente in occasione della smentita dell’esclusione di Huawei dalla fornitura delle infrastrutture delle nuove reti, gli Stati Uniti stanno cercando di mettere Huawei in un angolo con grande impegno. Tuttavia la notizia dell’esclusione in Italia, data da alcuni organi di stampa come ormai ufficiale, si era dimostrata infondata.

Ma è ben confermata, tuttavia, la posizione della Lega per riprendere in mano questo delicato discorso e lasciare solamente in mano al consorzio formato da Siemens, Ericsson e Nokia lo sviluppo dell’infrastruttura del 5G. La propulsione impressa dal partito del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sembrerebbe piuttosto lontana da quella degli alleati di governo, I 5 Stelle, che invece vorrebbero lo status quo.

Tuttavia, pende l’ombra gravosa degli USA con il Segretario di Stato Mike Pompeo che solo qualche giorno fa aveva lanciato una sorta di minaccia nei confronti di tutti quei paesi che avevano confermato la fiducia a Huawei (non solo l’Italia, ma anche Regno Unito e Germania) dichiarando che “Se un paese adotta componenti Huawei per le infrastrutture sensibili, gli Stati Uniti non saranno in grado di condividere informazioni o di lavorare con loro“.

Leggendo il testo dell’interrogazione, si ricorda l’arresto della figlia del fondatore dell’azienda cinese, Meng Wenzhou, che è anche Direttore finanziario e Vicepresidente del gruppo, dato che aveva violato le sanzioni americane nei confronti dell’Iran così come un altro alto dirigente in Polonia. Viene poi riassunto l’impegno di Huawei in Italia con la partnership con Wind-Tre, Vodafone e anche TIM per una copertura che oscilla tra il 20 e il 30% delle reti e con Open Fiber come fornitore dei sistemi di controllo della rete in fibra ottica sulle principali città italiane.

Infine, viene citato il progetto WiFi.Italia.It, che vede direttamente coinvolto il Ministero dello sviluppo economico dato che è realizzato tramite la società controllata Infratel. Da qui, la richiesta di esercitare il dispositivo golden power per recedere dai contratti già stipulati.

Intanto il presidente cinese Xi Jinping è atteso a fine Marzo in Italia e la discussione entra sicuramente nel vivo, visto che si parla di forniture multimilionarie e spalmate sul lungo periodo.