S’è parlato per parecchio tempo della possibilità che Huawei stesse lavorando per mettersi in proprio, ma ai rumor non è mai seguita una reazione ufficiale che confermasse o smentisse quelle voci.

Adesso invece, nel momento in cui le relazioni tra Stati Uniti e Cina scricchiolano in modo palese, l’azienda di Shenzhen ha confermato al China Morning Post l’esistenza di un piano B, ossia di un sistema operativo alternativo ad Android da sfoderare nello scenario (quanto apocalittico?) in cui gli venisse preclusa la possibilità di utilizzare il robottino verde americano.

È da parecchio tempo che Huawei ha allo studio un OS proprietario, da quando nel 2012 gli Stati Uniti si mostrarono ostili a ZTE, altra azienda cinese di grosse dimensioni che opera nel campo delle telecomunicazioni. Insomma: se la situazione dovesse precipitare, Huawei non verrebbe colta di sorpresa.

Diversamente, ammette la società, sia Android che Windows (per i portatili) continueranno ad essere la prima ed unica scelta: “Supportiamo pienamente i sistemi operativi dei nostri partner. Li adoriamo noi ed i nostri clienti”, ha riferito un portavoce della società al China Morning Post.