Una delle domande che in molti si sono fatti all’annuncio dell’HTC One è stata: perchè limitare la fotocamera a soli 4 megapixel? Nonostante i passi avanti compiuti con il nuovo sensore, il numero di megapixel è per molti ancora un elemento preponderante nella scelta di uno smartphone. C’è, però, una ragione dietro questa scelta.

È Symon Whitehorn, ex-Kodak migrato in HTC per occuparsi della divisione imaging della compagnia taiwanese, a spiegare le motivazioni che hanno portato HTC a questo compromesso. Prima di tutto c’è la preoccupazione di fornire prestazioni accettabili in condizioni di scarsa luminosità, seguita dalla considerazione che non tutti siamo fotografi professionisti che devono stampare le fotografie in formato cartellone. Motivo per cui la via migliore è il compromesso.

“It’s really about finding the balance. It came down to how many megapixels we could fit in a sensor that size that can respond and give a significant difference in low-light performance. … In 90 percent of the cases, four megapixels is more than enough.That also gives us a super manageable file size, which lets us do lots of cool things with Zoe. We couldn’t do the dual-path encoding we’re doing now, shooting video and stills at the same time, with a very large file size. If it was a 14 megapixel sensor, you’d end up just choking the whole system.”

“Si tratta davvero di trovare un equilibrio. Siamo arrivati al punto di dover determinare quanti megapixel avremmo potuto mettere in un sensore di quelle dimensioni che potesse rispondere e fare una differenza significativa in quanto a prestazioni in condizioni di bassa luminosità. […] Nel 90 percento dei casi, quattro megapixel sono più che sufficienti. Questo ci dà anche una dimensione dei file super-gestibile, che ci permette di fare un sacco di cose carine con Zoe. Non potremmo fare l’encoding dual-path che facciamo ora, la registrazione di video e foto allo stesso tempo, con una dimensione dei file molto grande. Se fosse stato un sensore da 14 megapixel, si finirebbe con l’intasare l’intero sistema.”

HTC però non si è limitata a rivoluzionare la fotocamera in senso hardware: Zoe è un’interessantissima aggiunta all’esperienza, ma è anche cardine dell’offerta del One. La possibilità di avere un video di introduzione ad una galleria di foto, con una vaga reminiscenza erripotteriana, è qualcosa di eccezionalmente semplice ma anche incredibilmente efficace. È proprio l’esperienza d’uso che diventa la colonna portante del dispositivo, con le scelte hardware che sono una conseguenza (e, contemporaneamente, una causa: come già detto, con un sensore da 14 megapixel non ci sarebbe Zoe).

“And we’ll be evolving the whole Zoe and Highlight Video experience a lot more to give you more control. You’re never going to give up that automatic, super elegant, we’ve-already-made-a-video-for-you-on-the-fly experience, but we’re going to refine editing tools and make the whole thing even more elegant than it is now.”

“Evolveremo molto l’intera esperienza con Zoe e Highlight Video per darvi più controllo. Non dovrete mai rinunciare a quell’esperienza automatica, super elegante, da “abbiamo-già-fatto-il-video-al-volo-per-te”, ma abbiamo intenzione di raffinare gli strumenti di editing e rendere l’intera cosa ancora più elegante di quanto non sia ora.”

Se dunque questa prima generazione può deludere i “fan dei megapixel”, convinti che sia necessario un alto numero di pixel sul sensore per avere buone foto, dall’altro è un segnale di come HTC preferisca la qualità e l’esperienza alla quantità. Se, poi, avrà avuto ragione o torto potrà dirlo solo la storia.

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