Le sanzioni comminate dall’Agcm all’operatore H3G per le pratiche scorrette legate alla somministrazione dei cosiddetti “servizi a sovrapprezzo” sono state confermate dal TAR del Lazio.

Il ricorso presentato da H3G è stato respinto da Tribunale Regionale, e l’operatore sarà costretto a pagare la sanzione da 1,75 milioni di euro.

Nell’indagine che aveva portato alla condanna di 3 Italia erano coinvolte anche Telecom (1,75 milioni di euro di multa), Wind e Vodafone (800.000 euro per entrambe).

Di seguito un estratto della sentenza:

è stata accertata una condotta omissiva della ricorrente nella fase contrattuale, laddove agli utenti è stato sistematicamente sottaciuto, da un lato, che la conclusione del contratto comportava l’abilitazione automatica della Sim dell’utente ad accedere alla ricezione dei servizi in sovrapprezzo (servizi premium) durante la navigazione, e, dall’altro, che la tariffazione di tali servizi sarebbe avvenuta in modo automatico con addebito diretto sul credito telefonico

[La condotta è stata inoltre] aggravata, sia dalla preclusione della possibilità dell’utente di richiedere la disabilitazione della ricezione di tali servizi premium, sia, e prima ancora, dalla omessa informazione dei consumatori, mediante specifica avvertenza al momento della sottoscrizione del contratto, circa la predetta impossibilità (che ora non sussiste più, ndr).

Nonostante le sanzioni sopracitate la piaga dei servizi a sovrapprezzo continua tutt’ora a flagellare gli utenti. Speriamo vivamente che gli organi di tutela dei consumatori riescano, con uno sforzo congiunto, a risolvere definitivamente questa spiacevole situazione.

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