Dopo averle viste in Snapchat, Instagram, Facebook, WhatsApp e praticamente in ogni social network, le Storie hanno contagiato anche Google che sta lanciando le AMP Stories, una cosa che potrebbe rivoluzionare molto presto i risultati delle ricerche di Google.

La versione delle Storie di Google si basa dunque sulla tecnologia AMP, che consente di avere caricamenti istantanei delle pagine, che vengono precaricate nella cache dello smartphone, fornendo ai creatori di contenuti nuovi modi per raccontare alcune tipologie di notizie.

Sostanzialmente le Storie AMP sono delle sequenze di immagini, animazioni o video che permettono di raccontare una notizia in maniera più ricca dal punto di vista visivo, disegnate espressamente per i dispositivi mobili. L’animazione sottostante è un esempio perfetto di una Storia AMP, che con una serie di immagini racconta una storia con contributi visuali.

Anche se le Storie AMP sono realizzabili da chiunque, visto che si basano su uno standard open source, solo quelle di alcuni partner selezionati saranno visibili in questa prima fase del progetto e saranno ampliate in seguito, qualora il successo fosse adeguato. Per muoversi nella sequenza di immagini basta toccare un lato dello schermo, quello destro per avanzare e quello sinistro per tornare indietro, nessuno swipe quindi.

Se volete dare un’occhiata alle prime storie disponibili visitate l’indirizzo g.co/ampstories dal vostro smartphone e cercate, ad esempio, le storie di CNN, Mic, SBNation, Cosmopolitan, Wired, The Washington Post o Mashable, alcune delle pubblicazioni coinvolte nel progetto.