Quando nel 2007 Google acquistò il network pubblicitario Doubleclick, il colosso statunitense dichiarò che la privacy dell’utente sarebbe stata al primo posto. Tuttavia, col cambiamento dei termini sulla privacy avvenuto lo scorso giugno, qualcosa potrebbe essere cambiato.

Mentre in precedenza Google teneva separati i dati anonimi ottenuti grazie alla navigazione Web da quelle ottenute grazie alle informazioni scambiate su Gmail, dal giugno 2016 l’azienda ha unito i due database creando un profilo ancora più dettagliato dell’utente che, su richiesta, rimane comunque anonimo.

Come da prassi, anche Google ha spacciato il cambiamento sulla privacy con la scusa di “ricevere nuove funzionalità per il proprio account Google”. Tuttavia, al contrario di Facebook e WhatsApp che hanno reso il procedimento irreversibile dopo 30 giorni dall’accettazione dei nuovi termini, Google permette di “tornare indietro” in pochi e semplici passaggi.

Per personalizzare le condizioni sulla privacy è sufficiente aprire una qualsiasi pagina associata a Google, fare un click sull’icona dell’utente, selezionare la voce “Account Personale” e successivamente aprire il pannello “Impostazioni annunci”. A questo punto l’utente può decidere di modificare o disattivare completamente la personalizzazione degli annunci in base ai propri interessi, interessi ottenuti tramite complessi algoritmi che analizzano le nostre attività sui servizi di Google.