Croce e delizia degli appassionati Android, il Google Play Store ultimamente sta facendo sempre più parlare di sé. Questo articolo si concentrerà principalmente sulla sezione Device che, sfortunatamente per noi italiani, è riservata solo a 8 Paesi nel Mondo: Stati Uniti, Inghilterra (completo), Canada, Australia, Spagna, Francia, Germania (mancanti della sezione Chromebook), Giappone (abilitato alla sola vendita del Nexus 7).

Il 13 Novembre è iniziata la vendita del Nexus 4 attraverso il Play Store ma i risultati sono stati molto deludenti. Non per le vendite, anzi, si è registrato il tutto esaurito in tutti i paesi in meno di un’ora dal lancio, ma per i problemi legati all’acquisto e alla navigazione sullo Store di Google.

Riepiloghiamo cosa è accaduto nella giornata di martedì 13 novembre:

Innanzitutto diversi utenti hanno avuto problemi con la navigazione. I server erano, a detta di Google, così saturi da impedire un’esperienza fluida attraverso le pagine del sito e questo ha portato i compratori di tutti gli stati interessati a dover ripetere continuamente l’operazione di acquisto a causa della scadenza della sessioni. Inoltre Google Checkout/Wallet (il servizio di acquisti online di Mountain View) non ha trattenuto nel carrello virtuale i dispositivi già scelti da alcuni utenti che si sono visti così recapitare un messaggio di sold out quando hanno provato a pagare con la propria carta di credito il nuovo Nexus 4.

Analizzando ciò che è accaduto molte cose risultano strane, prima tra tutte il fatto che i server di Google abbiano sofferto di sovraccarico (suvvia, stiamo parlando del motore di ricerca più utilizzato al mondo, non credo abbia problemi a gestire una grande quantità di traffico sui propri server). Ulteriore stranezza è stata la rapidità con cui si sono esaurite le scorte, ciò ha fatto pensare o ad un ristretto numero di dispositivi disponibili o ad una scelta di marketing di Google volta a creare un tam tam mediatico. Ad ogni modo, poche ore dopo, sul web e attraverso i canali di settore, non si faceva altro che parlare del successo caotico del Nexus 4 e la giornata si è conclusa con la notizia che entro poche settimane (due o tre) sarebbe tornato in vendita il tanto desiderato smartphone sullo store ufficiale Google.

Siamo a martedì 27 novembre, a due settimane esatte dal lancio ufficiale sul Play Store Device, il giorno dopo il Cyber Monday ed ecco che Google manda una mail a chi aveva chiesto di ricevere notizie riguardo la disponibilità sullo Store USA di Big G, avvisando che alle 12.00 (ora Americana – costa Pacifico) sarebbe di nuovo messo in vendita il Nexus 4. Tutti si aspettano che Google abbia imparato dagli errori e che stavolta non ci saranno problemi con gli acquisti e invece… Tutto si ripete, o meglio, quasi tutto!:

Le vendite iniziano, il Play Store dopo un’ora segna il sold out e già, in tutto il web, ripartono le critiche. Pochi minuti dopo però, Google avverte:

“Il Google Play sta correntemente subendo un traffico molto elevato. Il Nexus 4 non è esaurito e sarà ancora disponibile alla vendita. Per favore riprova ancora a breve. Grazie per la tua pazienza.”

Insomma, calma e gesso. Il messaggio resterà lì per un bel po’, un’ora all’incirca quando finalmente le vendite riaprono e… Non terminano!

 

 

L’acquisto in USA, infatti, è tutt’ora effettuabile. Com’è possibile? Eppure è passato un giorno intero, che Google abbia ricevuto uno stock di dimensioni colossali o che l’interesse per questo dispositivo sia diminuito drasticamente?

Il trucco è presto svelato. Il colosso di Mountain View non blocca le vendite, semplicemente aumenta il tempo di spedizione! Big G ha imparato (qualcosa) dopo il primo lancio pasticciato: “Gli utenti vogliono comprare? Lasciaglielo fare.”

 

 

Come potete vedere, nel momento in cui sto scrivendo l’articolo, la versione da 8GB ha un tempo di attesa che si aggira intorno alle 8-9 settimane (sono due mesi eh!) mentre la versione da 16GB, quella più richiesta, intorno alle 4-5 settimane. Non è una contraddizione che la versione più bramata abbia un tempo di attesa minore, bisogna semplicemente capire che è anche la più prodotta e di conseguenza i tempi di attesa si riducono per la disponibilità. Insomma, tirando le somme, Google si troverà a vendere dispositivi che, non solo non ha in magazzino, ma che addirittura potrebbero ancora non essere stati prodotti!

Chissà se questa modalità di vendita si ripeterà anche per il mercato europeo, staremo a vedere e seguiremo la vicenda con molto entusiasmo. Voi cosa ne pensate, credete che sia una mossa scorretta o che sia una scelta comprensibile e sensata?