Secondo uno studio condotto dai ricercato dell’università del Michigan, un americano su tre dorme meno di 7 ore. Lo studio è stato possibile grazie ai dati raccolti da un’app che cerca di diminuire gli effetti del jetlag.

Grazie all’8% degli utenti che hanno deciso di condividere le proprie informazioni con l’azienda che ha sviluppato l’app, i ricercatori hanno potuto capire quali fattori sociali e biologici inficiano negativamente sulle nostre ore di sonno.

Secondo la statistica, gli olandesi sono i più dormiglioni: ogni notte dormono mediamente per 8 ore e 12 minuti. Al contrario, giapponesi e singaporeani dormono molto poco (circa 7 ore e 24 minuti). I dati raccolti indicano che gli italiani sono tra i più restii a svegliarsi presto. Infatti, secondo la statistica gli abitanti del Bel Paese si svegliano tra le 07:30 e le 7:45. Questo ritardo è giustificato dal fatto che siamo soliti andare a dormire molto tardi rispetto alle altre popolazioni (alle ore 23:45 circa).

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Lo studio ha evidenziato che il sole gioca un ruolo fondamentale per il sonno. Infatti, chi è esposto al sole per molto tempo durante l’arco della giornata, solitamente tende a dormire di più e andare a letto prima. Tuttavia, tra tutti questi, ci sono anche dei fattori esterni che incidono negativamente sul sonno, ad esempio, la necessità di badare ai bambini piccoli, lavori particolari e perché no, l’uso eccessivo di computer e smartphone.

Anche l’età è molto importante: le donne tra i 30 e i 60 anni tendono a coricarsi più presto e svegliarsi leggermente più tardi, dormendo per circa 30 minuti in più rispetto alla media. Gli uomini di mezza età sono nella condizione peggiore, infatti, mediamente è la categoria che dorme di meno.

Concludendo, lo studio evidenzia che parte della popolazione ha un “debito di sonno” non indifferente. Tutto ciò si ripercuote negativamente sia sulla salute delle persone che sulla loro produttività al lavoro.

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