Con la nomina a parola dell’anno dell’emoji che ride con le lacrime agli occhi, avvenuta nel 2015, le faccine che utilizziamo nei nostri messaggi hanno ricevuto una vera e propria consacrazione. Con una piccola immagine è possibile riassumere concetti o stati d’animo che a volte richiederebbero un numero ben maggiore di termini per essere espressi.

Quando sono nate le emoji

Eppure le emoji non sono poi così giovani, visto che quest’anno raggiungono la maggiore età. Era infatti il 1999 quando Shigetaka Kurita, un membro del team NTT DoCoMo che lavorava allo sviluppo di i-mode, un servizio web mobile molto diffuso in Giappone, inventò un modo per rendere vivo il testo.

Kurita ha creato così un set di 176 immagini a bassissima risoluzione, 12 x 12 pixel, cercando di coprire l’intera gamma delle emozioni umane. Le emoji erano così nate e sfruttando una regione inutilizzata nello schema di codifica dei caratteri giapponesi, caricò le immagini utilizzando un codice a due byte. Le immagini erano precaricate nei telefoni cellulari DoCoMo i cui utenti potevano così aggiungerle facilmente ai loro messaggi.

L’arrivo nei moderni sistemi operativi

Le emoji originali, che vedete nell’immagine qui sopra e che sono state esposte al MoMA di New York, erano molto diverse da quelle colorate e vivaci che siamo abituati a conoscere ed è stato necessario attendere fino al 2010 perché venissero tradotti nello standard Unicode e nel 2011 sono diventati una realtà globale con iOS 5 di Apple.

Lo stesso Kurita ammette che le immagini originali erano effettivamente orribili, come aveva asserito Scott Fahlman, ritenuto l’inventore delle emoticon. L’intento del loro creatore era quello di rendere le emoji simili alle parole, qualcosa che non stonasse una volta inserito in mezzo alle parole normali.

Se Apple è stata lungimirante nell’adozione delle emoji, è stato necessario attendere Android 4.1 Jelly Bean, lanciato con il tablet Nexus 7 nel giugno del 2012. Da allora sono state aggiunte tante nuove emoji e tante altre vengono aggiunte regolarmente dallo standard Unicode che ogni anno seleziona le migliori proposte provenienti da milioni di utilizzatori in tutto il mondo.

Cosa differenzia emoji ed emoticon

Partiamo dal significato dei due termini: emoji è composto da e (immagine) e moji (lettera, carattere), quindi possiamo tradurla come carattere immagine. Emoticon invece è una parola di origine inglese che unisce i termini emotionicon. La differenza fondamentale tra i due termini, che a differenza di quanto credono in molti non indicano la stessa cosa, è che le emoji indicano le immagini che utilizziamo ormai quotidianamente e le emoticon sono composte dai normali simboli e lettere che troviamo nelle nostre tastiere.

Se in numero delle emoji è limitato e regolamentato da un comitato, le emoticon sono virtualmente illimitate tanto che sono stati creati dei set complessi utilizzando i caratteri ASCII. L’apoteosi delle emoji si celebrerà quest’anno con la proiezione nelle sale cinematografiche del primo film che vedrà come protagoniste le emoji.

Ora tocca a voi raccontarci qual è la vostra emoji preferita. In quali occasioni le utilizzate? In quali applicazioni e con quale tastiera? Il box dei commenti è a vostra disposizione.