La più recente segnalazione in ordine di tempo riguarda i nuovi flagship OnePlus, ma negli ultimi mesi sono davvero tantissimi gli smartphone, top di gamma e non, per i quali sono segnalati problemi agli schermi OLED. Ma è davvero un problema o è qualcosa a cui dovremo abituarci?

Un problema di tecnologia

Diciamocelo subito, quello degli schermi OLED verdi non può essere considerato un vero e proprio problema, visto che si tratta di un limite costruttivo al quale i produttori cercano di mettere una pezza con interventi mirati dal lato software.

A differenza degli schermi LCD, che hanno bisogno di una sorgente di luce per poter funzionare, gli schermi a LED emettono la luce in maniera autonoma. I modelli OLED utilizzano un componente organico stimolato dalla corrente elettrica per emettere una luce che sugli smartphone può essere rossa, blu o verde, dalla cui combinazione nascono tutti i colori.

Il processo di realizzazione di uno schermo OLED, che avviene depositando un materiale organico su una lastra di substrato tramite evaporazione, provoca delle imperfezioni che portano i pixel a rispondere in maniera diversa alle stimolazioni. In linea teorica è possibile correggere queste imperfezioni in fase di produzione ma con costi elevati, visto che la procedura è particolarmente lunga e laboriosa.

Il principale responsabile della tinta verde che emerge in alcune particolari situazioni è la tecnologia PenTile, utilizzata nella disposizione dei pixel sugli schermi. Sviluppata da Samsung all’avanguardia nella realizzazione di pannelli AMOLED, nella tecnologia PenTile dominano numericamente i subpixel verdi, utilizzati per realizzare i singoli pixel.

Ogni pixel è infatti composto da un certo numero di subpixel colorati per ottenere tutte le combinazioni di colore possibili: mentre la tecnologia RGB-S utilizza un subpixel per colore, quella PenTile è di tipo RG-BG, con due subpixel per ogni pixel. In questo modo però i pixel verdi sono numericamente superiori rispetto a quelli blu e rossi e in condizioni di bassa luminosità la componente verde risulta maggiormente visibile.

Si tratta dunque di un problema intrinseco alla tecnologia OLED, non di un vero e proprio difetto, anche se alcuni pannelli soffrono maggiormente a causa di una scarsa uniformità dell’illuminazione.

L’avvento del tema scuro

Avrete sicuramente notato che il “problema” degli schermi verdi è esploso solo di recente, coincidendo con l’avvento dei temi scuri. Difficile capire se sia solo una manovra di marketing ma i temi scuri sono ormai diventati una priorità, soprattutto per gli schermi LED.

Ricordiamo infatti che a differenza degli schermi LCD, che consumano energia anche per riprodurre il nero, gli schermi a LED hanno un consumo pari a zero, visto che per riprodurre il nero si limitano a spegnere il LED. In realtà va detto che la maggior parte dei temi scuri non utilizza neri perfetti, quanto piuttosto diverse tonalità di grigio, che accentuano il problema soprattutto di sera, quando le regolazioni automatiche portano al minimo la luminosità dello schermo.

In questo modo la componente verde ha la tendenza a essere maggiormente visibile, creando quel fastidioso effetto verde, ancora più accentuato dalla differenza di omogeneità nell’illuminazione di alcuni pannelli.

La soluzione software

Questo significa che dovremo abituarci a convivere con schermi verdi a basse luminosità? La risposta non è scontata. I produttori di smartphone sono ovviamente consapevoli dei limiti imposti dalla tecnologia OLED e intervengono via software per introdurre delle compensazioni che permettano di rendere meno visibile l’effetto verde.

Non sempre però è facile trovare la quadratura del cerchio e i nuovi trend di mercato non aiutano certamente in questo senso. Sono infatti in crescita costante i pannelli OLED con frequenza di refresh variabile, che passa dai canonici 60 Hz a 90 Hz o 120 Hz.

I parametri di correzione utilizzati per mascherare la tendenza al verde differiscono tra una frequenza di refresh di 60 Hz e una di 120 Hz, per cui è quasi scontato che servano numerosi interventi correttivi per tamponare il problema. Va detto che non tutti i pannelli OLED soffrono di problemi così esasperati, e solo un numero limitato di pannelli ha seri problemi che richiedono la sostituzione, unica soluzione possibile quando un intervento software è sufficiente.

Niente di nuovo dunque, o qualcosa per cui preoccuparsi eccessivamente. Inutile spegnere le luci, ridurre al minimo la luminosità e cercare la situazione in cui si intravede un alone verde o di altri colori. Come gran parte delle tecnologie anche quella OLED non è perfetta e nella maggior parte degli scenari di utilizzo non noterete alcun problema.

Se poi siete sfortunati o particolarmente pignoli non vi resta che rassegnarvi e iniziare un valzer di sostituzioni, sperando nel colpo di fortuna che vi permetta di vivere in pace. L’alternativa è abbandonare i temi scuri, aumentare leggermente i consumi e vivere senza aloni verdi.