Torniamo ad occuparci di sicurezza informatica, argomento sempre caldo e che di tanto in tanto torna alla ribalta, facendoci preoccupare non poco per la salvaguardia dei nostri dati.
L’ultima “vittima” è addirittura un colosso dell’informatica: stiamo parlando di Cloudflare, azienda che si occupa dell’ottimizzazione di oltre 5 milioni di siti Web di tutto il mondo.
Stando a quanto rivelato dal team di Cloudflare, la falla individuata nel sistema è rimasta aperta per quasi cinque mesi (dal 22 settembre 2016 allo scorso 18 febbraio) e, cosa non secondaria, ha lasciato tracce in vari motori di ricerca (con i quali l’azienda statunitense sta collaborando al fine di rimuoverle del tutto il prima possibile).
Pare che il bug abbia coinvolto circa due milioni di siti Web, con la possibilità per i malintenzionati di turno di rubare dati sensibili come password, cronologia di navigazione, indirizzi IP, carte di credito e token di autenticazione. Tra i clienti “illustri” di Cloudflare figurano nomi come 1Password, FitBit e Uber.
Cloudflare assicura di avere già risolto il bug ma consiglia ugualmente di cambiare le proprie password. Google, pur non utilizzando direttamente Cloudflare, ieri ha già provveduto a chiedere a molti utenti di autenticarsi nuovamente reinserendo la propria password.
Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al blog di Cloudflare.