I sistemi operativi a 32-bit non possono essere supportati in eterno dai programmi, sia per la mole di lavoro in più necessaria al mantenimento della retrocompatibilità sia perché il tempo che va ad essi dedicato potrebbe essere impiegato per migliorare il codice a 64-bit ormai utilizzato sulla stragrande maggioranza dei dispositivi. In una mossa facente parte della più grande iniziativa chiamata Project Marble, Google ha finalmente deciso di iniziare il graduale abbandono del supporto dei SO a 32-bit da parte di Android Studio.

L’ultima versione dell’IDE compatibile con i sistemi a 32-bit sarà la 3.6 e la deprecazione comincerà il 31 dicembre 2019, mentre il supporto verrà completamente cessato esattamente un anno dopo. Lo stesso discorso vale per l’emulatore di Android integrato nell’IDE, il cui supporto ai 32-bit cesserà sempre il 21 dicembre 2020, mentre la deprecazione avverrà prima, il 30 di questo mese con la versione 28.0.25. Coloro che, per esempio, stanno utilizzando ancora una versione di Windows a 32-bit potranno continuare ad utilizzare il programma già installato, ma non verranno più forniti nuovi link per il download: la deprecazione ha proprio lo scopo di accompagnare nel modo più indolore possibile il passaggio ai 64-bit dei pochi utenti che ancora non l’hanno effettuato.

Come Google sottolinea, ci sono molti benefici nel passare alla versione 64-bit di Android Studio, tra cui:

  1. Maggiori prestazioni, anche grazie all’utilizzo di più di 4 GB di memoria RAM.
  2. Supporto alla costruzione di applicazioni a 64-bit, sempre più necessario considerando che a partire dal primo agosto 2019 il Google Play Store richiederà sempre gli apk con questa architettura.
  3. La possibilità di eseguire test anche sugli emulatori a 64-bit, naturalmente.