Ben pochi utenti Android sanno che gli sviluppatori dell’OS di Google possono utilizzare della API nascoste che non sono normalmente dichiarate all’interno dell’SDK di Android. I developer più smaliziati possono accedere al loro utilizzo utilizzando un workaround descritto molto bene dai colleghi di XDA – attenzione: si parla di cose parecchio tecniche – che prende il nome di “mirroring”, ma Google ha da poco reso ancora più difficile l’utilizzo delle API nascoste.

Google non vuole che gli sviluppatori utilizzino le API nascoste su Android 11

I cambiamenti appena visti non avranno effetto su tutte le applicazioni presenti sul Google Play Store, ma solo quelle che utilizzeranno le API di livello 30, ovvero quelle che puntano ad Android 11. Tutte le app che invece sfruttano ancora le API di livello 29, quindi di Android 10, potranno continuare a sfruttare il metodo del “mirroring”.

In ogni caso gli sviluppatori saranno prima o poi costretti a passare all’utilizzo delle API di livello 30. Come ben sappiamo Google impone dei paletti per le applicazioni che devono essere accettate sul Play Store, come ad esempio la soddisfazione dei requisiti minimi per quanto riguarda l’utilizzo della corretta versione della API.

Attualmente è ancora possibile sfruttare API di livello 28 e 29, ma ben presto ci si ritroverà nella situazione di dover utilizzare API di livello superiore al 29, cosa che bloccherà di fatto l’accesso alle API nascoste.