Si era già discusso delle tante vittime che sta mietendo il mercato mobile tra i sistemi operativi di nuova generazione. Questa volta si parla di MeeGo, che aveva già ricevuto un tremendo colpo dall’abbandono di Nokia durante il primo trimestre di quest’anno. Intel aveva rassicurato che avrebbe continuato lo sviluppo del sistema operativo, ma ora le voci di corridoio riportano che il gigante dei semiconduttori voglia tornare sui suoi passi.

Il motivo forse non è così difficile da spiegare: il fatto è che Intel, durante i mesi di sviluppo di Moblin prima e di MeeGo poi, non è mai riuscita a proporre un system-on-a-chip (SoC) che possa minimamente ad aspirare a competere, come rapporto prestazioni/consumi, con quanto offre il mondo ARM con le sue tante declinazioni, e di conseguenza è venuto meno l’interesse dei vari partner per un OS che poteva essere promettente ed aveva fatto la sua bella figura su alcuni ma diversificati dispotivi, che variano tra netbook, tablet e smartphone.

Di fatto, l’abbandono anche di Intel lascia il progetto MeeGo praticamente ad una comunità di volenterosi, ma da punto di vista commerciale questa mossa sarebbe una vera lapide sul sistema di derivazione Debian.

Sempre le voci di corridoio, danno Intel impegnata nel prossimo futuro all’ottimizzazione delle piattaforme Android e Windows Phone 7. La mossa potrebbe avere un senso se Intel volesse prendersi il vantaggio che porterebbero delle piattaforme più mature e diffuse, cosa che MeeGo non ha mai potuto dargli. Ma al momento Windows Phone 7 è, per specifica, ristretto unicamente ad architetture ARM e addirittura ai soli SoC Snapdragon di Qualcomm – la qual cosa ha portato indubbiamente dei vantaggi dal punto di vista dell’ottimizzazione del sistema, ma questo vuol dire che la strada per Intel dovrebbe essere iniziata da zero e, nonostante la collaborazione di vecchia data tra le due società, forse potrebbe essere talmente lunga da spingere concentrarsi più su Windows 8 (in uscita nel 2012) che su Phone 7.

Invece Android è già disponibile per piattaforma x86, anche se l’ottimizzazione lascia molto, moltissimo a desiderare, rendendo al limite dell’inutilizzabile i pochi dispositivi Android con architettura Intel Atom Oak Trail che si sono visti al Computex di quest’anno, pur potendo contare, sulla carta, di una potenza elaborativa parecchie volte superiore. Forse questa potrebbe essere la volta buona che vedremo il robottino verde girare decentemente con hardware di fascia un po’ più alta. Di sicuro, Intel si dovrà dare una mossa, perché più che un ingresso degli Atom nel campo mobile, si comincia a parlare di architetture ARM all’interno dei PC di tutti i giorni e addirittura  in server e workstation, dove è il consumo complessivo del sistema è più critico delle performance di punta, e la mossa di Microsoft di sviluppare Windows 8 nativamente anche per ARM potrebbe innescare irrimediabilmente questo processo.