L’invidia, si sa, è una brutta bestia e porta a compiere azioni stupide anche se nel pieno rispetto delle leggi. È il caso della sconosciuta società cinese Cong, che ha denunciato Xiaomi alle autorità competenti per l’utilizzo di superlativi assoluti nei propri messaggi pubblicitari. Se in molti paesi la pubblicità tende ad esagerare le qualità di un prodotto, in Cina questo non è consentito dalla legge.

Normalmente i produttori tendono a deridere i difetti dei prodotti concorrenti, affermando la superiorità di questa o quella caratteristica, in un gioco delle parti che va avanti da sempre. Questa pratica però, in seguito all’approvazione di una nuova legge, non è più consentita in Cina, dove non sarà più possibile definire il proprio dispositivo con termini come “il migliore” o “il più evoluto”.

Ecco perché Xiaomi si appresta a sottoporsi al giudizio del legislatore, chiamato in causa da una società che è salita agli onori della cronaca solamente perché il suo CEO lavorava in precedenza per una società multata per dichiarazioni false e ingiuriose contro Xiaomi. Quale occasione migliore per vendicarsi e ripagare Xiaomi con la stessa moneta se non lasciarsi andare alla delazione piuttosto che cercare una sfida sul campo? Secondo Cong infatti i cittadini cinesi potrebbero essere portati a credere che gli smartphone Xiaomi siano realmente dotati del “re degli schermi”.

Lasciamo a voi ogni considerazione in merito, sia sull’accaduto sia su una legge che vieta di tessere le lodi dei propri prodotti. Tra poco i produttori potrebbero essere costretti ad elencare semplicemente le specifiche senza poter utilizzare nessun aggettivo, pena multe e sanzioni.