Recensione Xiaomi Mi Band 4 – Siamo arrivati alla quarta generazione di uno dei wearable più amati di sempre, nella sua semplicità è arrivata al polso di milioni di utenti in tutto il mondo decretando il successo di Xiaomi nella categoria.

Xiaomi Mi Smart Band 4, questo il nome completo ufficiale è un incontro tra la tradizione del passato e alcune nuove caratteristiche che le permettono di rimanere al passo coi tempi.
Come dire, è sempre lei, ma in una veste tutta nuova e sempre più bella.

Video recensione Xiaomi Mi Band 4

Uno sguardo al passato

Xiaomi Mi Smart Band 4 è costruita sulla base della versione precedente, già a sua volta un leggero upgrade della seconda generazione.
Questo perché in Xiaomi sono stati ben attenti a non snaturare il concetto di smartband economica e minimale, un mix di ingredienti che non avrebbe senso modificare.

Alcuni si sarebbero aspettati un GPS integrato, funzioni smart più avanzate, ma non sarebbe stata più la stessa cosa, magari ne avrebbe risentito l’autonomia, magari il prezzo.

Che sia un upgrade della precedente versione lo si capisce subito guardandola, è molto simile, con dimensioni identiche, tanto che i cinturini della 3 rimangono perfettamente compatibili.
E’ rimasto lo stesso cinturino, nel bene e nel male, qualitativamente non eccelso, ma resistente e facile da indossare e regolare, cambia leggermente la basetta di ricarica ma continuerà ad essere necessario staccare la capsula dal bracciale per avviare la ricarica.

L’ultima considerazione è quella che più ci sta stretta, nel lungo periodo infatti potrà capitare che l’alloggiamento perfettamente sagomato della capsula si allenti, caricatela quindi il meno possibile e prestate attenzione nei movimenti.

Al di là dell’estetica, la Mi Band è rimasta sempre lei come idea, fa più o meno sempre le stesse cose e i cambiamenti sono stati portati allo schermo e al software, ora arricchito di qualche possibilità.

Le novità, display su tutto

Il nuovo display è ciò che più conta, si tratta di un OLED a colori da 0,95 pollici con risoluzione 120 x 240 pixel.  Un elemento che da solo vale il prezzo del biglietto e che differenzia Mi Band 4 da tutti gli altri competitor, Xiaomi ha però dovuto lavorare affinché non si perdesse uno dei cavalli di battaglia della Mi Band, ovvero l’autonomia.

In effetti ci è riuscita, l’autonomia stimata è di una dozzina di giorni, forse due in meno con battito cardiaco sempre attivo, noi l’abbiamo impostata con rilevamento automatico, quando serve per avere un buon compromesso tra precisione delle statistiche e autonomia.

Il display è di ottima qualità, definito e ben visibile anche sotto la luce diretta del sole, viene sfruttato per la visualizzazione di notifiche e mini app, pensiamo che comunque ci sia ancora margine per migliorare il software.
E’ possibile regolare manualmente la luminosità su 5 livelli, già a metà comunque la leggibilità sarà più che sufficiente.

Area smart, con i suoi limiti

Con la quarta generazione, grazie soprattutto al display a colori, la Mi Band è diventata più smart, leggermente in realtà perché le nuove funzioni non sono poi molte: meteo, controllo musica, timer, cronometro e nuove watch faces piuttosto appariscenti, ma alcune di queste, seppur con minore godibilità, erano già presenti sulla 3.

L’altro aspetto sono le notifiche, arrivano tutte al polso e vengono visualizzate in maniera diversa app per app sullo schermo a colori.
Non potrete rispondere e eliminare la singola notifica, inoltre anche aprendo la notifica sul telefono, questa rimarrà sul bracciale finché non viene eliminata.

 

La visualizzazione però è più che buona, per la messaggistica potrete leggere il corpo del testo, mentre per le mail solo l’oggetto.
Al ricevimento di una chiamata sarà possibile silenziare o chiudere, ma non rispondere.

C’è anche un minimo di personalizzazione con le watch faces, che si possono modificare dalla band o dal telefono associato, allo stesso modo si può attivare, disattivare o programmare la modalità non disturbare per evitare vibrazione e luminosità elevata nelle ore notturne.

Tra le impostazioni avrete molte possibilità, ma manca quella per regolare il timer di spegnimento del display, un peccato perché quello di default è davvero brevissimo e spesso insufficiente per leggere l’ora “al volo”. Per la cronaca potrete toccare sul bottone soft-touch oppure ruotare il polso per risvegliare il display in modalità orologio.

Fitness e salute, una conferma

Xiaomi Mi Band 4 monitora i passi compiuti durante la giornata, il ritmo cardiaco e la qualità del sonno, fa poi una stima delle calorie bruciate durante la giornata combinando tutti i dati.

Nessuna particolare novità rispetto al passato ma una maggiore precisione in tutto, i passi soprattutto non vengono più sovrastimati e alla mezzanotte avrete un’idea vicina alla realtà di come vi siete mossi.

Per la qualità del sonno viene sfruttato il sensore cardio, dovrete però avere l’accortezza di attivare il monitoraggio automatico del cuore, altrimenti anche i dati sul sonno non verranno rilevati, la precisione è più che buona, per lo meno stando al confronto con altre smart band di riferimento.

A proposito di battito potrete anche disattivarlo e guadagnerete un paio di giorni di autonomia, in alternativa selezionare il tracking continuo o quello automatico, con la prima delle due potrete anche attivare un allarme automatico con riferimento ad una soglia specificata, utile se dovete tenere sotto controllo il vostro cuore. Va detto comunque che Xiaomi Mi Band 4 non è in grado di prevedere o misurare aritmie e altri disturbi cardiaci.

Le statistiche vengono infine raccolte nell’app Mi Fit, che nel tempo si è evoluta diventando chiara e completa come poche altre.
A nostro parere rimane un po’ castrata nei programmi di allenamento, obiettivi e integrazione con terze parti per lo sport o per la dieta, ad esempio non potrete sincronizzare i dati con MyFitnessPal e Strava.

Sport, non fa per lei

Sappiamo che la Xiaomi Mi Smart Band 4 non è pensata primariamente per la pratica sportiva, tuttavia siamo ben consci che tanti valutano l’acquisto proprio per questo, vi consigliamo di lasciar perdere e puntare a prodotti specifici e soprattutto dotati di GPS.

Direttamente dalla band potrete avviare una sessione di corsa, tapis roulant, camminata, bici, nuoto e cardio generico, per le attività all’aperto verrà richiesto il collegamento con lo smartphone per poter sfruttare il GPS, altrimenti potrete avviare ma senza il monitoraggio della posizione.

Abbiamo effettuato alcuni test comparativi con uno sportwatch e i risultati sono stati deludenti, per lo meno in camminata e corsa.
Xiaomi Mi Smart Band 4 sottostima ritmo e distanza in modo grossolano, non c’è modo di regolare la falcata e la stima finale sarà molto lontana dalla realtà.

Problemi anche con il sensore ppg, che si perde non appena le pulsazioni salgono sopra i 150 battiti e siamo in movimento, ok invece per camminate, bici e jogging leggero.

Conclusioni

Siamo alle battute finali della recensione di Xiaomi Mi Band 4, proposta e già acquistabile a poco meno di 35 euro.

Un ottimo prodotto, upgrade marcato rispetto alla precedente versione seppur rimanga dentro i confini delle possibilità di una smartband economica.
Non ci sono reali motivazioni per non consigliarvela, ma dovete essere ben consapevoli di ciò che può fare e ciò che non può fare.

Un plauso a Xiaomi che è riuscita a migliorare una smartband già validissima, aggiungendo funzioni e specifiche senza snaturarne l’idea iniziale e soprattutto il prezzo.

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