Xiaomi aveva iniziato l’anno col botto, presentando i due phablet Mi Note e Mi Note pro oltre ad un gran quantitativo di dispositivi, tutti in grado di ottenere fin da subito ottimi risultati di vendita. Nel mese di marzo il CEO della compagnia cinese, Lei Jun, si era sbilanciato affermando che Xiaomi sarebbe riuscita a vendere dagli 80 ai 100 milioni di dispositivi nel corso del 2015.

La crescita si prospettava quindi impressionante, considerando che nel 2013 le unità vendute erano appena 18,3 milioni e nel 2014 erano lievitate a 61 milioni. L’inizio era stato promettente, tanto che nel primo semestre erano stati venduti quasi 35 milioni di dispositivi e la stagione migliore era ancora lontana.

Peccato che Huawei e Lenovo abbiano deciso di adottare una strategia commerciale simile, almeno, in Cina, con vendite flash e prezzi decisamente aggressivi, arrivando quindi ad infastidire Xiaomi con inevitabili ripercussioni sulle vendite. Se a questa situazione aggiungiamo il cronico ritardo di Xiaomi Mi 5, che non dovrebbe vedere la luce prima del secondo trimestre del 2016, è comprensibile che anche quest’anno Xiaomi non riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati.

la situazione non sembra però preoccupare l’imperturbabile Lei Jun, CEO di Xiaomi, che fa notare come la sua società abbia da tempo diversificato i suoi interessi, puntando molto sugli accessori e su dispositivi complementari, come power bank, cuffie, smartband ed altri dispositivi. La prossima apertura sui mercati americani, anche se limitata agli accessori, dovrebbe portare ulteriori guadagni, anche se con la politica dei prezzi particolarmente aggressiva utilizzata da sempre, sembra difficile che Xiaomi possa aumentare considerevolmente i propri profitti.

Lei Jun sottolinea inoltre come la filosofia di Xiaomi possa facilmente essere migrata verso altri settori dell’elettronica di consumo, in modo da ottenere quei guadagni che potrebbero mancare dagli smartphone. Lo sbarco negli USA rimane però la priorità di Xiaomi, che farebbe sicuramente passare in secondo piano un “dettaglio” come il mancato raggiungimento di un obiettivo che il produttore cinese ha stabilito in maniera arbitraria.

Il 2016 sarà l’anno della definitiva esplosione di Xiaomi o la concorrenza di Huawei, sempre più minacciosa anche verso colossi come Apple  Samsung, obbligherà Lei Jun ad orientarsi verso altri segmenti di mercato. Ne sapremo di più tra qualche mese, dopo che i primi flagship del 2016 avranno raggiunto il mercato.

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