Con la delibera N. 201/18/CONS del 24 aprile 2018, l’AGCOM ha emesso un’ordinanza di ingiunzione nei confronti di TIM per il mancato rispetto della normativa relativa alla trasparenza delle tariffe e per l’attivazione di servizi difformi da quelli concordati durante la sottoscrizione del contratto con uno specifico utente.

Tutto parte dalla segnalazione all’Autorità da parte di un utente, il quale si è lamentato dell’errata attivazione di servizi supplementari (in particolare per un’offerta Voce e Internet ADSL e per alcune opzioni aggiuntive) e beni (un modem) non richiesti, con relativa fatturazione.

L’utente in questione ha continuato a pagare i servizi effettivamente richiesti, omettendo invece il pagamento delle ulteriori somme e contestando a TIM le attivazioni aggiuntive, inviando vari reclami all’operatore, che per un periodo (dall’agosto 2014 all’agosto 2015) ha persino interrotto il servizio voce.

TIM si è difesa sostenendo che sarebbe stato il coniuge dell’utente in questione ad attivare telefonicamente le offerte e la sospensione del servizio è stata causata dai mancati pagamenti da parte dell’utente, cosi come prevede l’articolo 19 delle Condizioni Generali di Contratto.

La tesi difensiva di TIM non ha convinto del tutto l’AGCOM, che le ha comminato una sanzione amministrativa di 116.000 euro, da versare entro 30 giorni dalla notificazione del provvedimento.

Per ulteriori informazioni sul caso, vi rimandiamo alla delibera dell’AGCOM