Recensione DreameBot D10 Plus – Una settimana fa è stato annunciato DreameBot D10 Plus, il nuovo robot aspirapolvere del brand cinese partner di Xiaomi, per il quale realizza anche alcuni aspirapolvere. Oggi è la volta della recensione completa del dispositivo, che ho in test da parecchie settimane.

Nasce come un modello di fascia media, per coprire lo spazio che separa DreameBot Z10 Pro e DreameBot L10, ma le caratteristiche tecniche e le funzionalità lo mettono già in cima alla lista dei robot da acquistare a occhi chiusi. Vi spiego tutto nella mia recensione, che arriva dopo più di un mese di test, nel corso dei quali ho cercato in tutti i modi di mettere alla frusta il robot per vedere come si sarebbe comportato.

Autonomo in tutto

Gli aspirapolvere robot sono decisamente una delle migliori invenzioni degli ultimi anni ma sono migliorati notevolmente da quando sono state introdotte le basi di svuotamento automatico. In precedenza, come ad esempio su DreameBot L10, era necessario svuotare molto spesso (leggasi 3-4 volte alla settimana) il cassetto della polvere per essere sicuri che l’efficienza della pulizia rimanesse costante.

Con DreameBot D10 Plus anche questa incombenza diventa un ricordo, visto che il produttore parla di almeno 45 giorni tra uno svuotamento e l’altro. Questo perché la base di ricarica integra anche un aspirapolvere che raccoglie lo sporco, convogliandolo in un sacchetto che può essere svuotato o sostituito poche volte all’anno. A differenza di alcuni robot, che hanno un solo foro per l’aspirazione dello sporco, D10 Plus ha due fori, così l’aria entra da una parte ed esce dall’altra, raccogliendo in maniera più efficace tutto quello che è presente nel serbatoio, senza lasciare praticamente residui.

Nel mio caso ho utilizzato il robot per un mese, con una pulizia al giorno, e non ho ancora raggiunto la metà dello spazio a disposizione, per cui credo di riuscire a superare agevolmente i due mesi prima di dover intervenire. Si tratta di un plus da non sottovalutare, soprattutto per chi lavora tutto il giorno e vuole tornare a casa trovando tutto pulito e in ordine. Con una base di svuotamento automatico non ci saranno mai problemi e non succederà di tornare a casa e trovare tracce di sporco perché il cassetto del robot era troppo pieno.

Io ho scelto, tramite l’applicazione, di effettuare la raccolta della polvere al termine di ogni pulizia, così da evitare che lo sporco si secchi o rimanga incastrato, costringendomi a intervenire per ripristinare le funzionalità. È comunque possibile allungare questo intervallo a seconda delle proprie esigenze, anche se si tratta di una scelta che non va a incidere in alcun modo sulla durata del sacchetto.

La configurazione iniziale è decisamente semplice, basta avere sul proprio smartphone l’applicazione Xiaomi Home e seguire le istruzioni riportate nel manuale di istruzioni per effettuare l’abbinamento e la connessione alla propria rete WiFi. Una volta assegnato il nome non vi resterà che avviare la prima pulizia per consentire al robot di tracciare una mappa accurata dell’abitazione. Al termine della seconda pulizia completa avrete una mappa precisa che potrete modificare, per regolare la suddivisione degli ambienti e assegnare loro vari nomi, per semplificarne la pulizia.

Già al termine della prima pulizia la mappa era praticamente perfetta e al termine della seconda ho potuto intervenire per correggere alcune scelte errate del software. C’è da dire che la mia abitazione ha una pianta particolare per cui è normale che alcuni ambienti vengano uniti. Ci sono voluti un paio di minuti per suddividere il tutto e assegnare i nomi alle stanze. Grazie all’editor ho anche creato delle zone da escludere e alzato un paio di pareti virtuali, per evitare che il robot entrasse in un paio di stanze che preferisco pulire manualmente, visto che un robot faticherebbe a destreggiarsi.

Intelligente ma ubbidiente

Il D10 Plus è in sostanza il fratello minore di Z10 Pro, senza però il sistema di mappatura tridimensionale degli ambienti. Per il resto dispone di un sistema LiDAR e di algoritmi particolarmente evoluti che lo fanno muovere in maniera molto intelligente per la casa, scegliendo la direzione migliore da seguire per coprire tutte le aree da pulire.

Personalmente sono abituato a impostare una determinata sequenza, visto che lavorando da casa preferisco sempre sapere quali stanze sono già state pulite semplicemente vedendo dove si trova il robot, ma è possibile lasciar fare tutto all’intelligenza artificiale, che migliora col passare del tempo, riducendo di qualche minuto il tempo per la pulizia.

Questo perché col tempo il robot impara a conoscere al meglio ogni ambiente, sa dove passare e come ottimizzare il passaggio tra le stanze, evitando ad esempio di terminare la pulizia dalla parte opposta rispetto alla porta, perdendo quindi tempo a muoversi senza pulire. Se decidete di lasciarlo fare in autonomia lo vedrete migliorare di giorno in giorno (in 15 giorni di pulizia completamente autonoma i tempi sono scesi di circa 5 minuti) e anche se impostate una sequenza il robot non si scorderà quello che ritiene essere il percorso migliore, ricordandosene quando lo lascerete fare di testa sua.

Ottimo la qualità della pulizia, con la possibilità di scegliere tra quattro livelli di aspirazione che oltre che a incidere sul risultato finale vanno a pesare sull’autonomia, discorso di cui vi parlerò tra poco.

Come accade per la maggior parte degli aspirapolvere robot, anche su D10 Plus è possibile applicare lo strumento per il lavaggio del pavimento, riempendo il serbatoio con acqua fredda e sfruttando il panno in microfibra per migliorare la qualità della pulizia. Ho utilizzato questa soluzione sono una decina di volte nei miei test, visto che preferisco altri sistemi per il lavaggio del pavimento.

In ogni caso si tratta di una soluzione utile soprattutto per raccogliere anche le particelle più piccole di sporco e per le macchie più leggere, mentre per quelle più ostinate è necessario ricorrere a un mocio o a una lavapavimenti. Tutto nella norma insomma, visto che è una soluzione ormai onnipresente sugli aspirapolvere e che nel caso di Dreame non ha evidenziato particolari criticità rispetto alla concorrenza.

Autonomia ineccepibile

La batteria da 5.200 mAh è sinonimo di grande autonomia e sotto questo punto di vista DreameBot D10 Plus non delude. Nel corso dei miei test ho pulito un ambiente di circa 120 metri quadri, con una superficie utile (al netto di mobili e angoli ciechi) di circa 85 metri quadri. Impostando la potenza di aspirazione al massimo, e applicando anche il sistema di lavaggio, sono riuscito a completare la pulizia in poco più di 60 minuti con un consumo che si è attestato sul 35% della batteria.

Togliendo il serbatoio dell’acqua e abbassando la potenza al minimo il consumo è stato di poco superiore al 20%, un risultato che mi ha lasciato davvero sorpreso in modo positivo. Ho testato molti robot in questi anni e nel migliore dei casi i consumi si attestavano attorno al 40% anche con la potenza minima, sempre in riferimento alla stessa capacità della batteria, per cui devo dire che Dreame ha fatto ancora una volta un lavoro straordinario con gli algoritmi che ottimizzano il percorso per ridurre il numero di cambi di direzione e per avere sempre il percorso più breve possibile.

Su questo è una spanna sopra a qualsiasi modello abbia provato finora, anche quelli decisamente più costosi. Ho volutamente spento la base di ricarica al termine della pulizia per impedire la ricarica notturna e impostando il secondo livello di aspirazione ho pulito casa per tre giorni senza mai ricaricarlo, un risultato davvero ottimo. Questo mi fa pensar che sia in grado di raggiungere senza problemi i 270 metri quadri indicati dal produttore, che possono essere facilmente raggiunti al livello più basso di forza aspirante.

Aggiungo inoltre che è possibile utilizzare Alexa o Google Assistant per avviare la pulizia di casa, anche se ho preferito associare l’avvio della pulizia a un pulsante, un’operazione più facile da effettuare anche per un bambino o un anziano.

In conclusione

Eccoci dunque al momento di tirare le somme in merito a DreameBot D10 Plus. Per quanto mi sia sforzato di trovare difetti a questo robot (provando a disturbarlo durante la pulizia, lasciando alcuni oggetti sul percorso per fargli cambiare strada) non sono mai riuscito a metterlo in difficoltà.

La qualità della pulizia è tra le migliori che abbia mai visto, sull’autonomia non si discute, l’algoritmo di navigazione è semplicemente perfetto e la base di raccolta che va svuotata ogni due mesi è la classica ciliegina sulla torta di un prodotto da acquistare a occhi chiusi.

Nemmeno il prezzo di listino rappresenta un ostacolo insormontabile: 499,99 euro sono davvero adeguati per un prodotto di questa qualità, inferiori a prodotti più blasonati ma indubbiamente meno efficienti. Potete acquistarlo sullo store ufficiale utilizzando questo link. E visitando questa pagina potete ricevere un utilissimo omaggio.