Il Parlamento dell’Unione Europea ha approvato una serie di raccomandazioni rivolte alle aziende produttrici di dispositivi elettronici con l’invito a realizzare device più semplici da riparare e dotati di un’apposita etichetta che indichi il livello di riparabilità (qualcosa sul genere di iFixit, per intenderci).

LED, batterie e parti critiche dei dispositivi elettronici per le autorità comunitarie devono essere facilmente sostituibili e ciò non soltanto per una questione di risparmio dell’utente ma anche per la salvaguardia dell’ambiente.

Tra gli aspetti più importanti delle linee guida dell’UE, oltre alla necessità che i dispositivi elettronici siano robusti e facilmente riparabili, troviamo anche la possibilità per i consumatori di rivolgersi a centri assistenza indipendenti e incentivi statali per premiare chi produce device più duraturi.

Ovviamente le nuove richieste dell’Unione Europea sono dettate anche da “secondi fini” oltre che dalla tutela dei consumatori e dell’ambiente: se la produzione di componenti per dispositivi elettronici scarsamente riguarda il Vecchio Continente (sono Asia e Stati Uniti a contendersi i maggiori profitti), creare un mercato di riparazione “alternativo” a quello ufficiale determinerebbe la nascita di numerosi nuovi posti di lavoro.

Difficilmente, tuttavia, colossi come Apple (tanto per citarne uno) accetteranno di cambiare le proprie abitudini per venire incontro alle richieste dell’UE.

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