Recensione HONOR 9X Pro – L’esordio italiano si è fatto attendere parecchio, ma alla fine HONOR 9X Pro è arrivato in Italia e anche tra le nostre mani. Il ritardo ha influito positivamente sul quantitativo di memorie proposto, decisamente sopra la media del segmento, e pure sul prezzo di listino, che avrebbe dovuto essere superiore a quello di HONOR 9X.

Tuttavia per HONOR 9X Pro il principale pericolo è la concorrenza: il segmento dei medi di gamma è ricco di proposte valide e con i 250 euro richiesti dall’azienda del gruppo Huawei si possono anche acquistare prodotti di fascia superiore il cui prezzo nel frattempo è calato. HONOR 9X Pro ha le carte in regola per risultare comunque appetibile? Vediamo quindi nel dettaglio questo nuovo smartphone, perché sceglierlo e perché no.

Design

HONOR 9X Pro si presenta bene, specie rispetto al prodotto da cui deriva. Intendiamoci, ad una prima occhiata è pressoché identico ad HONOR 9X che certo non difetta in personalità per la colorazione estrosa e gli effetti che origina alla luce. Ma l’utilizzo su HONOR 9X Pro del vetro per la superficie posteriore e dell’alluminio per il telaio in luogo della plastica fanno la differenza, e restituiscono chiara al tatto l’impressione di un prodotto solido e di qualità.

Ergonomia

Alla sensazione di ben realizzato contribuisce il peso, che sulla carta spaventa: 206 grammi non sono affatto pochi, ma se distribuiti nel modo corretto come in questo caso non costituiscono un grosso limite. La scheda tecnica scoraggia pure alla voce dimensioni: 163,1 x 77,2 x 8,8 mm, circa quelli di un Samsung Galaxy S20 Ultra 5G. Tuttavia alla prova dei fatti si apprezza il grip tra il vetro e la mano che dona ad HONOR 9X Pro una maneggevolezza sorprendente, e se è impossibile annullare le dimensioni non lo è immaginare di ricorrere meno del previsto alla Modalità con una mano della EMUI o di fare a meno della cover in silicone in dotazione di buona fattura.

Display

Della superficie frontale i progettisti hanno fatto buon uso. HONOR 9X Pro sfoggia un ampio schermo da 6,59 pollici che occupa l’84% circa dell’area a disposizione: accettabili i neri, nessun problema di visibilità all’aperto e sotto la luce diretta del sole, ma subentrano delle difficoltà in orizzontale con gli occhiali polarizzati a causa del filtro polarizzatore. L’unità è stata certificata da TÜV Rheinland per l’emissione contenuta di luce blu. Nel complesso si tratta di un LCD IPS di qualità molto buona e malgrado non rimanga impresso per un aspetto in particolare, per il prezzo non ci si può lamentare. Tuttavia siamo assuefatti agli OLED per cui il punto non è a valle, nell’unità scelta da HONOR, ma a monte: si poteva utilizzare un OLED? Sì forse si poteva, e di sicuro avrebbe differenziato HONOR 9X Pro dal progetto da cui deriva rendendolo più appetibile, ma tant’è.

Un OLED avrebbe peraltro permesso di ridurre ulteriormente le cornici ed averle dello stesso spessore su tutti i lati. Invece HONOR 9X Pro gioca sulla fotocamera frontale a scomparsa per ottenere un bordo superiore ridotto nel quale trovano posto il sensore di prossimità, dal funzionamento non irreprensibile, e la capsula auricolare, a filo con la scocca e ben protetta da una ghiera metallica da cui proviene un audio soddisfacente in termini di volume e qualità. Il sensore di luminosità è nel “mento”: reattivo ad andar su coi lumen, pigro nell’operazione opposta.

HONOR 9X Pro

E se tra la cornice superiore e quelle sui lati lunghi c’è uniformità, il profilo in basso è più abbondante: far meglio con un LCD di mezzo non è semplice e avrebbe fatto impennare i costi. La tipologia del pannello di HONOR 9X Pro motiva la mancata integrazione del lettore di impronte digitali sotto lo schermo, che così è stato inglobato nel tasto di accensione sul fianco sinistro in posizione comoda anche per coloro che utilizzano lo smartphone con la mano sinistra. Il suo funzionamento è inappuntabile e chiama alla riflessione sui sistemi più evoluti: il “vecchio” lettore di impronte fisico in quanto ad affidabilità e rapidità dello sblocco lascia al palo molte delle alternative considerate più nobili.

Hardware e prestazioni

Alla voce prestazioni HONOR 9X Pro gonfia il petto e schiarisce la voce. Non gli si può muovere un appunto, procede svelto e fluido in ogni condizione. Merito di un’impalcatura tecnica da top di gamma dello scorso anno: RAM LPDDR4X e memorie UFS 2.1 le si trovano sulla scheda tecnica di un Samsung Galaxy S10, e con 6 GB di RAM e 256 GB di memoria interna (peraltro espandibile con una microSD) ci si può godere tranquilli e per lungo tempo una base tecnica capace di fare invidia a prodotti più costosi. Numeri e sigle nella quotidianità influenzano positivamente i tempi di apertura delle app o l’elaborazione degli scatti, per fare due esempi: la sensazione è quella di maneggiare un prodotto di categoria superiore.

Parte del merito è anche di un SoC che si è rivelato una gradita sorpresa. Per processo produttivo l’HiSilicon Kirin 810 è equiparabile allo Snapdragon 855 di Qualcomm, il quale un anno fa motorizzava smartphone da 1.000 euro. Il Kirin 810 di HONOR 9X Pro, il cui concorrente diretto è lo Snapdragon 730 di Qualcomm, non scalda mai durante i giochi o lo svolgimento di operazioni impegnative – merito del sistema di raffreddamento a liquido e del processo produttivo a 7 nanometri – , consuma il giusto sotto stress e quasi nulla in stand-by.

HONOR 9X Pro

Per il 90% delle esigenze l’efficienza di un chip di questo tipo è più che sufficiente e rende superflua la potenza extra di un SoC di categoria superiore, che peraltro utilizza più energia in ogni frangente. Ottima la resa della GPU Mali-G52 MP6 agevolata dalla GPU Turbo degli smartphone di Shenzhen, HONOR 9X Pro incluso.

Nel profilo inferiore del telaio trovano posto il microfono, gli ingressi per la USB-C e per il jack audio da 3,5 mm, e l’unico altoparlante di sistema sulla cui qualità si fatica ad esprimersi positivamente: il volume soddisfa in vivavoce ma non del tutto durante la riproduzione multimediale, frangente in cui emerge una predilezione eccessiva per le frequenze medie. Le cuffie auricolari a corredo fungono da antenna per la radio FM, presenza non comune e molto gradita.

Connettività

Ottima la qualità del modem integrato: sia in Wi-Fi che in 4G HONOR 9X Pro a testa alta il confronto prestazionale con uno smartphone dotato di Snapdragon 855. Un plauso all’azienda per l’eccellente ricezione del segnale telefonico a fronte di valori SAR per nulla elevati: 0,76 watt per chilogrammo alla testa, 1,09 W/kg al corpo. Possibile scegliere tra una seconda nano SIM o l’espansione della memoria tramite microSD. Presenti NFC e Bluetooth 5.0.

Software ed esperienza utente

Sono due i problemi principali di HONOR 9X Pro alla voce funzionalità. Il primo – risolvibile – riguarda la presenza della EMUI 9.1.1 su base Android 9 Pie. La EMUI 9 ci era apparsa agé già ad ottobre 2019 durante la recensione del consanguineo HONOR 9X; ritrovarla sette mesi più tardi su HONOR 9X Pro è una delusione difficile da commentare, aggravata dalle patch di sicurezza di Android ferme a gennaio 2020. Speriamo che l’arrivo di Android 10, già alla seconda beta, possa essere l’occasione per ripartire con ben altro piglio.

L’ultima evoluzione dell’interfaccia utente avrebbe portato in primis la nuova veste grafica che vi abbiamo raccontato qui, il tema scuro – di cui nel caso di HONOR 9X Pro avrebbe tuttavia giovato solo l’occhio e non l’autonomia per la mancanza del display OLED – e lo sblocco con il volto, un pleonasmo viste le doti del lettore di impronte fisico che peraltro garantisce un livello di sicurezza nemmeno paragonabile.

L’altro problema, il secondo, è di lungo termine e senz’altro intuibile: l’assenza dei servizi Google (GMS) in luogo degli HMS (Huawei Mobile Services), l’alternativa fatta in casa su cui il gruppo cinese ha dovuto ripiegare in tutta fretta a seguito della querelle con l’amministrazione Trump di cui non si intravede la fine. Poiché si tratta di un argomento trattato numerose volte su queste pagine andrò spedito sulla mia esperienza.

L’intera questione si può condensare in una domanda per la quale non esiste una risposta trasversale: quanto ci si sente dipendenti da Google? O meglio: si è disposti a scendere a compromessi, accedere ad esempio a YouTube da browser (che non può essere Google Chrome), rinunciare alla gestione dei Google Home/Nest o delle Chromecast, abituarsi ad un client alternativo a Gmail, eccetera? Le app di terzi, Netflix a parte, presto o tardi arriveranno, per cui malgrado le rinunce alle app di delivery o di sharing locali indispongano sono momentanee, mentre le app dei servizi di messaggistica o dei social più comuni ci sono già e vanno senza incertezze. È una questione di compromessi e priorità individuali.

Durante la prova non è emerso alcun problema con le notifiche, tutte puntuali eccetto che nel caso dell’app Discord dalla quale non è arrivato neppure un avviso nonostante i selettori impostati nel modo corretto. Utili le app preinstallate da HONOR, ma la EMUI 9 sembra non digerire le preferenze dell’utente in merito alle app predefinite: pur avendo impostato come browser principale Microsoft Edge, qualsiasi link viene comunque affidato al browser Huawei. Frustrante.

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Per entrare nella questione legata ai Huawei Mobile Services vi consigliamo la lettura del nostro approfondimento sulla base del quale abbiamo anche realizzato un video: come configurare un nuovo smartphone Huawei/Honor.

Fotocamera

Il sensore principale di HONOR 9X Pro è da 48 megapixel f/1.8 con pixel da 0,8 micrometri. Nitidezza eccessiva a parte, che è una costante sia nelle foto che nei video, gli scatti beneficiano del pixel binning e soddisfano fino al calar della luce, quando emerge la mancanza della stabilizzazione ottica e subentra la necessità di richiamare la modalità Notte della EMUI, che dà una grossa mano pur senza fare magie. L’offerta della concorrenza in termini di resa con luce debole è grossomodo simile, per cui HONOR si è limitata al compitino. Quasi sorprendenti i risultati messi sul piatto dallo zoom digitale 2x, rimangono godibili gli scatti a 3x ma già a 4x i nodi vengono al pettine com’è normale che sia.

Delle restanti fotocamere sul retro di HONOR 9X Pro una è per il marketing. Sulla carta l’obiettivo da 2 megapixel serve a rilevare la profondità di campo e scontornare meglio i soggetti, ma coprendolo non si ottengono risultati peggiori. La qualità della ultra wide da 8 megapixel e 120 gradi lascia un alone di scetticismo ancor prima di vedere le foto al PC: i colori non sono riprodotti in maniera adeguata, la nitidezza è eccessiva e c’è un’evidente perdita di dettaglio ai bordi; emblematico in tal senso lo scatto alla stazione che trovate nella raccolta in basso. Accettabile per i social ma senza chiederle di più. Si poteva far meglio.

HONOR 9X Pro

L’interfaccia di scatto della EMUI 9 è ricca di opzioni ma avremmo gradito che l’HDR non fosse confinato in una modalità dedicata, e questo costringe a rinunciare all’attivazione automatica che invece è comoda e caratterizza la concorrenza. Poco male poiché il lavoro dell’HDR non entusiasma, mentre la modalità AI è il solito terno al lotto dai risultati altalenanti. La fotocamera frontale pop-up da 16 megapixel cattura immagini soddisfacenti sebbene non sia il massimo nei ritratti per via di uno sfocato poco incisivo.

Nei video la stabilizzazione digitale assistita dall’intelligenza artificiale di HONOR 9X Pro svolge un lavoro convincente e quasi non fa rimpiangere la stabilizzazione ottica. Apprezzabile la transizione fluida tra l’obiettivo ultra wide ed il principale ma delle clip disturba la solita nitidezza eccessiva oltre alla differente resa cromatica dei due sensori.

Autonomia

Per gli standard attuali i 4.000 mAh dell’accumulatore al litio sono tanti anche se non tantissimi. Poco male però poiché il compromesso tra prestazioni ed autonomia raggiunto da HONOR 9X Pro è senza dubbio eccellente. L’assenza dei Google Mobile Services gioca a favore di uno smartphone capace di arrivare sempre a sera senza batter ciglio.

Rilevazioni HONOR 9X Pro

Parlando di numeri, HONOR 9X Pro garantisce dalle 5 alle 7 ore di display attivo nelle giornate più intense o in caso di utilizzi spalmati su più di un giorno, fino a toccare le 10 ore di schermo acceso in condizioni ideali. Non è quindi utopia immaginare di utilizzarlo due giorni con un solo “pieno”, per cui non si avverte il bisogno della ricarica rapida.

In conclusione

Inquadrare HONOR 9X Pro non è semplice. Intendiamoci: è un prodotto solido, affidabile, ben costruito, dall’ergonomia sorprendente per le dimensioni e dal design originale, con un gran comparto telefonico ed un rapporto molto favorevole tra prestazioni ed autonomia.

A fare da contraltare un gruppo fotocamere da cui era lecito attendersi qualcosa in più e i nei alla voce software: alle gravi mancanze della EMUI 10 a maggio e di patch più recenti di quelle di gennaio, bisogna aggiungere una riflessione ben ponderata da fare necessariamente prima dell’acquisto sulla mancanza dei servizi Google in relazione alle proprie abitudini.

HONOR 9X Pro

Sfuggire dal confortevole abbraccio di Google non è impossibile e di sicuro la presenza di un’alternativa competitiva e ben strutturata in una prospettiva di lungo termine non può che giovare al mercato, ma per il momento i compromessi esistono e vanno ponderati.

Coloro che vorranno inseguire l’indipendenza da Google troveranno in HONOR 9X Pro un compagno d’avventure che a fronte di una spesa contenuta interpreta benissimo il ruolo di telefono cellulare, che ha tutte le carte in regola per mantenere le prestazioni nel tempo, e che spazza ogni ansia da autonomia.

Redmi Note 9 Pro è un concorrente temibile (che abbiamo recensito proprio in questi giorni), ma forse lo è di più Xiaomi Mi 9T che non di rado si trova a cifre inferiori rispetto al listino da 249,90 euro di HONOR 9X Pro.

Pagella

7.0
Design
5.5
Funzionalità
8.5
Prestazioni
6
Fotocamera
9.0
Batteria
7