La politica di marketing di OnePlus è sempre stata aggressiva fin dal suo esordio lo scorso anno e non è cambiata nemmeno nel 2015, in occasione del lancio di OnePlus 2. Tutta la campagna è stata impostata su toni sensazionalistici, con la promessa che OnePlus 2 sarebbe stato il flagship killer del 2016, avrebbe avuto specifiche da urlo ed un prezzo competitivo.

Purtroppo il produttore cinese non è stato in grado di dar seguito alle promesse sostenendo in modo adeguato le vendite. Le promesse della disponibilità di un numero maggiore di inviti per acquistare OnePlus 2 non sono state mantenute e solo da qualche giorno sono stati resi disponibili inviti in quantità degna di nota, a partire dalla serie di #RaceforInvites della scorsa settimana che ne ha distribuiti 10.000.

Carl Pei, CEO e co fondatore di OnePlus ammette che la sua compagnia non ha ancora imparato a gestire il problema delle promesse eccessive e che questa politica sbagliata ha attirato una nuova ondata di malcontento tra quanti pensavano che il produttore cinese non avrebbe ripetuto con OnePlus 2 gli stessi errori commessi lo scorso anno con OnePlus One.

Per fotuna il produttore si è dimostrato abbastanza rapido nel risolvere i primi bug, alcuni molto fastidiosi, emersi dalle prime vendite, riuscendo, ad un mese di distanza dal lancio, a proporre un terminale che sembra non soffrire di particolari problemi. Il rilascio di OxygenOS 2.1, avvenuto soltanto ieri, sembra infatti aver risolto i bug più importanti come la mancata risposta del sensore di impronte, il consumo della batteria e i lag che avvenivano mettendo OnePlus 2 in modalità aereo.

Siete d’accordo, per una volta, con Carl Pei che sarebbe stato meglio evitare di fare troppe promesse e pensare a rendere disponibile OnePlus 2 più velocemente rispetto al predecessore? Aspettiamo i vostri commenti nell’apposito box. Nel frattempo potete guardarvi la nostra recensione disponibile a questo indirizzo.

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