Un AMA (Ask Me Anything) lungo ben 29 pagine, quello andato in scena tra la community OnePlus e lo staff che ha seguito da vicino il progetto OnePlus 6, Carl Pei incluso. Una sorta di bagno tra la folla che ha fornito risposte alle domande di molti.

Su tutte, una notizia: “OnePlus non ha intenzione, almeno per il momento, di variare la politica dei due top di gamma all’anno”. Come a dire: OnePlus 6T si farà. Invariata anche la posizione della società in merito alla ricarica wireless, assente sull’ultimo top di gamma per le ragioni esposte qualche tempo fa, nonostante il nuovo retro in vetro ne avrebbe permesso l’inclusione.

Il passaggio da metallo a vetro è avvenuto, dicono, anche per incrementare la ricezione dei segnali telefonico e Wi-Fi, migliorando quindi l’esperienza utente. Altra accortezza in merito, la capacità della batteria. In OnePlus confessano un approccio particolare: prima la scelta di un accumulatore che permetta di “chiudere la giornata”, poi, in base ad esso, si decide lo spessore minimo dello smartphone.

Dimensioni che hanno avuto un ruolo fondamentale pure sulla scelta di includere il notch, elemento necessario per massimizzare la superficie occupata dal display in una scocca molto simile a quella di 5T, dal quale ci si distacca, invece, sulla vibrazione che sfrutta un nuovo motore ed una nuova ottimizzazione software.

Non si è andati oltre i 3300 mAh di OnePlus 6 per privilegiare la sicurezza delle batterie, sottoposte a severi test con standard elevati. Rimanendo sul tema, a Shenzhen dichiarano che l’unità di OnePlus Bullets Wireless dopo 500 cicli di carica mantiene l’80% della capacità originale, in luogo di una media che non supera i 300 cicli.

La mancanza di certificazione sulla resistenza a polvere e liquidi (ritenuta troppo costosa) ha disorientato il pubblico, che vorrebbe capire fin dove ci si può spingere: OnePlus 6 non resiste alle immersioni, ma affronta senza timori sia le piogge che le cadute in una pozza o in un lavandino.

Capitolo fotocamere: quella ausiliaria posta sul retro serve esclusivamente a raccogliere dati sulla profondità di campo, quindi a garantire effetti bokeh migliori. Lo stabilizzatore ottico interviene sui video da 60 fps a salire, quello elettronico nei filmati a 30 fps.

A chiusura, una considerazione: non è in programma di fare la guerra a Xiaomi, “invadendo” ogni settore. La società vuole concentrarsi su pochi dispositivi per privilegiare la qualità. Per cui non aspettatevi televisori, action cam o dispositivi di smart home: OnePlus fa (e farà) smartphone.

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