Il modo di accumulare energia è vicino, deve essere vicino, ad una svolta. Il campo di applicazione delle batterie è sempre stato molto ampio, e lo sarà infinitamente di più nell’immediato futuro a causa (o per merito) della mobilità elettrica che guadagna quote di mercato sempre maggiori.

Il che per i tecnomaniaci assetati di energia elettrica come noi non può che essere una buona notizia. Così come lo è quella proveniente dalle Università del Surrey e di Bristol che hanno annunciato importanti scoperte nel campo dei supercondensatori.

L’anno scorso i ricercatori dei due atenei hanno scoperto nuovi polimeri in grado di immagazzinare una quantità di energia circa 10.000 volte superiore rispetto alla tecnologia agli ioni di litio. Un’enormità.

Non fosse che i supercondensatori, ossia il campo di applicazione dei nuovi polimeri, riescono sì a tenere grandi quantità di energie ma per un lasso temporale troppo breve. Accumulano energia pressoché con la stessa velocità con cui la cedono.

È questo il principale problema che grava sulla scoperta. Qualora venisse superato – e non sarà semplice – ne beneficerebbero diversi settori primo fra tutti l’automotive, e poi computer, smartphone, indossabili e tutto ciò che necessita di energia in mobilità.

Pensate che i supercondensatori sono già utilizzati su alcuni autobus in giro per la Cina, ma vanno ricaricati quasi ad ogni fermata. Un altro problema deriva dal fatto che essi non sono in grado di tenere una carica più di un mese per volta.

“La nostra più grande sfida, adesso, è di tradurre queste scoperte in dispositivi ben ingegnerizzati e liberare il loro enorme potenziale”, ha dichiarato Ian Hamerton, una delle “teste” del dipartimento di ingegneria aerospaziale dell’Università di Bristol che ha contribuito alla scoperta.

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