Dopo aver deciso di snellire la propria organizzazione riducendo la burocrazia e cercando di operare come una startup, Samsung vuole cambiare la propria immagine e il modo in cui viene percepita all’esterno. Il primo passo si è visto recentemente, in occasione della Samsung Developer Conference tenutasi a San Francisco il mese scorso, quando sul palco si sono alternati presentatori giovani, dinamici e che parlavano un inglese impeccabile.

Samsung è stata fondata 78 anni fa e finora l’immagine sembrava proprio quella di un signore attempato, con presentatori avanti con gli anni che parlavano un inglese con un fortissimo accento orientale. Il cambio di mentalità sembra merito di Koh Dong Jin, presidente di Samsung Mobile dallo scorso mese di dicembre. Koh proviene dal settore software e ha portato con sé una filosofia più giovanile, meno formale e più improntata ad un approccio get-shit-done, una filosofia che esorta la gente a non lasciare lavori in sospeso, anche se sono fastidiosi.

La filosofia di Koh verrà ripresa anche nel settore marketing grazie a Pio Schunker e Marc Mathieu che sono rimarsi impressionati dal coinvolgimento delle alte sfere anche nei minimi progetti. In questo modo le decisioni sono prese rapidamente senza dover passare attraverso lunghe trafile burocratiche ed interminabili riunioni.

Quello che la dirigenza vuole far trasparire dal nuovo marketing è la grandezza del marchio Samsung, radicata nel nome stesso. Sam infatti significa “tre”, il numero più potente di tutti mentre Sung indica le stelle e il loro brillare eterno. I nuovi responsabili del marchio hanno affermato di puntare molto sulla realtà virtuale e sulla sua integrazione con gli smartphone.

Invece di parlare dei rivali, Samsung vuole concentrarsi su quei prodotti dove è in vantaggio rispetto alla concorrenza, abbandonando le strategie di marketing del passato per ricostruirsi un’immagine degna del proprio nome.

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