Nel mondo degli smartphone, i dispositivi con una diagonale maggiorata vengono chiamati phablet; tra poco, però, dovremo trovare una parola analoga anche per gli smartwatch più grandi del normale.

Rufus Cuff è uno di questi, visto che vanta un display da ben 3,2 pollici: si tratta insomma di uno smartphone di fascia bassa da tenere al polso; all’interno troviamo fino a 64 GB di memoria interna e Android in versione KitKat con alcune funzionalità da fitness tracker aggiuntive.

Secondo il CEO di Rufus Labs, Gabe Grifoni, questo smartwatch dalle dimensioni generose dovrebbe andare a sostituire tutti gli accessori per noi divenuti quasi insostituibili (come lo smartphone o il portafoglio, ma anche gli altri smartwatch o i braccialetti dedicati al fitness). In realtà, possiamo affermare che difficilmente Rufus Cuff riuscirà nel suo intento: la motivazione è presto detta, visto che non presenta il supporto alla scheda SIM, richiedendo una rete WiFi per svolgere tutte le operazione le quali richiedano il traffico dati (e oggigiorno sono sempre di più).

Lanciato tramite una raccolta fondi su Indiegogo ad inizio anno, Rufus Cuff era riuscito a raccimolare ben 450 mila dollari, e le spedizioni dei primi esemplari ai finanziatori dovrebbero partire ad inizio 2016; Rufus Cuff non è l’unico smartwatch che crede di essere uno smartphone (vi ricordate di Neptune Pine?), anche se la sostituzione al gadget tecnologico più utilizzato nel mondo sembra essere davvero impossibile.

Nel caso siate interessati ad andare in giro con un simil-smartphone legato al polso, potete acquistare Rufus Cuff al prezzo di 249 dollari direttamente dal sito dell’azienda.

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