“Survival of the fittest”, la sopravvivenza del più forte. Questo, in sostanza il pensiero di John McAfee, eclettico fondatore dell’omonima compagnia di sicurezza. Lo ha ribadito nel corso di un’intervista concessa ad Android Central, sottolineando come gli utenti debbano prendere coscienza degli attuali problemi legati alla privacy, oi loro geni non verranno tramandati.

McAfee si è soffermato sul problema dei permessi concessi alle applicazioni di Android, sottolineando come la responsabilità di decidere quali permessi debbano essere concessi ad una determinata applicazione non sia compito dell’utente finale, quanto piuttosto di Google che guadagna dalla pubblicazione di app sul proprio Play Store.

Secondo McAfee infatti la maggior parte degli utenti non è in grado di stabilire se i permessi siano è meno necessari, ed il più della volte finiscono per concederne più di quanto non sia effettivamente necessario. È questo quindi il prezzo da pagare per il numero sempre crescente di applicazioni gratuite, che permettono ai loro creatori di guadagnare accedendo ai dati personali di utenti più o meno ignari.

McAfee continua affermando che tutti hanno qualcosa da nascondere e che chi non si cura particolarmente della propria privacy verrà eliminato grazie alla selezione naturale, che permetterà solamente a chi è in grado di adattarsi di sopravvivere. Esistono delle soluzioni per tenere sotto controllo la propria privacy ma si tratta principalmente di volontà, di adottare un metodo che non può essere sostituito da alcun automatismo che renderebbe il metodo inefficace in breve tempo.

Come sottolineato da Eugene Kaspersky in una recente intervista, gli smartphone stanno danneggiando la memoria delle persone, riducendo nel contempo l’intelligenza dei suoi utilizzatori, sempre più abituati ad affidarsi alla tecnologia per risolvere i propri problemi piuttosto che utilizzare il cervello. Secondo McAfee arriveremo ad un punto in cui le intelligenze artificiali create dall’uomo ci trasformeranno nei loro animaletti da compagnia, prendendo le decisioni al nostro posto.

Si tratta di un allarmismo eccessivo, condiviso però da altri esperti del settore, o effettivamente la tecnologia rischia di portare l’homo sapiens sull’orlo dell’estinzione, per lasciare il posto a nuove forme di intelligenza?

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