Accade sempre più spesso che anziché parlare di prodotti ci ritroviamo a parlare di azioni legali ad essi collegate, come nel caso odierno che vede come protagonista Fitbit, la società californiana leader nel settore dei fitness tracker. Ad essere finito sotto accusa è il sistema PurePulse, oggetto a gennaio di una class action negli Stati Uniti dove i dispositivi Fitbit sono accusati di rilevare in maniera imprecisa la frequenza cardiaca.

Lo studio legale Lieff Cabraser, che sta gestendo la class-action, ha commissionato uno studio che ha evidenziato come Fitbit Charge HR e Fitbit Surge riportino mediamente 25 pulsazioni in meno rispetto alla realtà, finendo per rischiare di danneggiare gli atleti che lo utilizzano. I partecipanti al test, 43 in tutto, hanno effettuato alcuni esercizi per 65 minuti e le loro pulsazioni sono state misurate con un elettrocardiografo e con i dispositivi Fitbit.

I test metterebbero dunque in evidenza l’imprecisione del sistema PurePulse e secondo lo studio legale sarebbero pericolosi per i suoi utilizzatori. Messa così la questione sembrerebbe molto complicata per il produttore californiano che in una nota ha però fatto notare alcuni dettagli dello “studio”.

“Quello che gli avvocati dei querelanti chiamano ‘studio’ è di parte, senza fondamento e rappresenta solo un tentativo di estorcere denaro a Fitbit. Manca di rigore scientifico ed è prodotto da una metodologia viziata. È stato pagato dai legali dei querelanti ed è stato condotto utilizzando un elettrocardiografo di tipo ‘consumer’, non un vero dispositivo medico come riportato dagli avvocati. Inoltre non ci sono prove sull’accuratezza del presunto ‘studio’ . Il team di ricerca di Fitbit ha ricercato e sviluppato rigorosamente la tecnologia PurePulse per tre anni prima di metterla sul mercato e continua a condurre test approfonditi per verificare la bontà dei propri prodotti. Fitbit Charge HR è il fitness tracker più venduto sul mercato ed è adottato da milioni di consumatori in tutto il mondo.”

La replica è quindi tutt’altro che campata in aria e deve farci riflettere sulla facilità con cui è possibile creare delle accuse che possono danneggiare l’immagine di qualcuno. Questo non esclude che i prodotti Fitbit possano realmente essere imprecisi, ma la dimostrazione dovrebbe avvenire con un metodo rigoroso ed inattaccabile.

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