Avrebbe dovuto essere la prima città del Belgio a offrire la connettività 5G e invece è la prima città a bloccarne lo sviluppo. La decisione è stata presa da Céline Fremaul, ministra dell’ambiente della regione di Bruxelles, secondo cui ci sono ancora troppe incertezze.
La mancanza di informazioni tecniche e di una garanzia relativa al rispetto delle emissioni da parte delle antenne 5G sono le cause principali della decisione, presa anche per salvaguardare la salute delle persone.
“L’arrivo del 5G a Bruxelles è auspicabile, perché consentirà progressi enormi nel campo della salute, mobilità, traduzioni istantanee e altro. Ma prima di procedere con il processo legislativo che consentirà l’implementazione, voglio una garanzia tecnica che le antenne 5G non superino gli standard sulle emissioni pensati per proteggere la nostra salute.“
La ministra è al lavoro sul dossier legato alla sperimentazione 5G fin dallo scorso mese di luglio, analizzando una serie di indicatori sanitari, ma al momento non è possibile garantire il rispetto degli standard di sicurezza. Ecco dunque che è preferibile sospendere i test: “I cittadini di Bruxelles non sono cavie, non posso vendere la loro salute a prezzo di mercato.”
Quello della potenziale pericolosità delle reti 5G è un argomento piuttosto delicato, che abbiamo affrontato in questo nostro approfondimento, per cercare di riassumere quello che c’è di vero e quello che al momento non è scientificamente dimostrabile.
La decisione è stata presa anche sulla base delle indicazioni provenienti dagli organi regolatori delle telecomunicazioni, da un comitato di esperti che opera fin dal 2014, dal Consiglio Economico e Sociale, dal governo della Federazione Vallonia-Bruxelles e del Consiglio per l’ambiente.
Céline Fremaul rincara la dose, affermando che è necessaria una legislazione a livello europeo, in modo che gli standard siano applicati su tutto il territorio, per evitare il rischio di una vera e propria anarchia e una competizione tra le città per portare avanti la sperimentazione.