Dalla Commissione Europea arrivano novità riguardanti i caricabatterie standardizzati: il nuovo regolamento 2025 sull’ecodesign degli alimentatori esterni che sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Europea è andato a rivedere alcune le specifiche, intervenendo sulla porta di connessione lato caricabatterie, che dovrà anch’essa essere USB Type-C.
Porte USB-C anche sui caricabatterie e divieto di cavi fissi: le novità in arrivo lato UE
Come probabilmente saprete, l’Unione Europea è già intervenuta gli scorsi anni sulla questione caricabatterie: nel Regolamento 2019/1782 si concentrò sull’efficienza energetica degli alimentatori esterni, con un campo di applicazione tuttavia limitato a specifici apparecchi e a dispositivi con potenza inferiore a 250 W, mentre nel 2022 (Direttiva 2022/2380) andò a rendere obbligatoria l’adozione della porta USB Type-C su un’ampia gamma di prodotti, smartphone compresi.
Questo obbligo è divenuto realtà nel 2024: alla fine di dicembre dello scorso anno, è entrato ufficialmente in vigore nell’Unione Europea l’obbligo di utilizzare la porta di ricarica USB Type-C per una vasta gamma di dispositivi elettronici. Si è trattato di un passo storico verso una maggiore sostenibilità ambientale e una semplificazione per i consumatori, ma a quanto pare l’UE vuole spingersi oltre.
La direttiva del 2022 ha portato uno standard per la porta degli smartphone e di altri dispositivi, mentre il nuovo regolamento 2025 vuole fare lo stesso sui caricabatterie: tra le novità incluse nel testo spicca infatti l’imposizione di almeno una porta USB Type-C sul corpo del caricabatterie stesso, con l’intento di standardizzare l’intero ecosistema di ricarica.
Le norme riguardano gli alimentatori esterni (EPS) che caricano o forniscono energia elettrica a dispositivi come smartphone, notebook, router wireless e monitor: in base a quanto possiamo leggere nell’annuncio della Commissione, l’EPS dovrà soddisfare standard di efficienza energetica più elevati ed essere più interoperabile: “tutti i caricabatterie USB sul mercato dell’UE“, si legge, “dovranno disporre di almeno una porta USB-C e dovranno funzionare con cavi staccabili“. Quest’ultimo punto vuole rendere il caricabatterie un componente separato: in caso di rottura del solo cavo, ad esempio, non sarà più necessario gettare tutto, ma solamente cambiare lo stesso. Divieto di cavi fissi, dunque.
I vantaggi? Secondo quanto riferito, i nuovi requisiti dovrebbero consentire un risparmio annuo di circa il 3% a livello di consumi energetici del ciclo di vita dell’alimentatore entro il 2035 (corrispondente all’energia utilizzata in un anno da circa 140.000 auto elettriche), ma anche una riduzione del 9% delle relative emissioni di gas serra e del 13 % delle relative emissioni inquinanti. Inoltre, la spesa dei consumatori può diminuire di circa 100 milioni di euro all’anno entro il 2035. Tutti i dispositivi che rientrano nell’ambito di applicazione delle nuove norme di interoperabilità mostreranno il logo EU Common Charger.
“Avere caricabatterie comuni per i nostri smartphone, laptop e altri dispositivi che usiamo ogni giorno è una mossa intelligente che mette i consumatori al primo posto riducendo gli sprechi energetici e le emissioni“, ha dichiarato Dan Jørgensen, Commissario per l’Energia e l’edilizia abitativa. “Il cambiamento pratico che introduciamo oggi sugli alimentatori esterni aiuterà gli europei a risparmiare denaro riducendo al contempo il nostro impatto ambientale e dimostra che l’innovazione può guidare sia il progresso che la responsabilità. Con questa iniziativa, l’UE cerca di plasmare un futuro in cui la tecnologia funzioni meglio per tutti e per il pianeta“.
Il nuovo regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea nelle prossime settimane ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Avremo quindi modo di approfondire nei prossimi giorni. Le nuove norme diventeranno applicabili tre anni dopo, ossia alla fine del 2028. I produttori avranno dunque circa tre anni per prepararsi ai cambiamenti.