Mentre ancora in molti, almeno in Italia, non beneficiano delle potenzialità della rete 5G (o perché non hanno uno smartphone che supporta questo standard o perché l’operatore di telefonia mobile non lo include nel piano tariffario), si inizia a parlare del 6G. Il nuovo standard delle telecomunicazioni, che dovrebbe arrivare secondo le previsioni entro il 2030 (con alcuni operatori che potrebbero offrire il servizio anche prima), arriverà quando il 5G non avrà ancora mantenuto le aspettative con cui era stato annunciato.
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La timeline di Nokia sulla roadmap verso il 6G
Come spesso accade quando si annunciano tecnologie avveniristiche, si tende a esagerare con le previsioni tra scenari apocalittici e idilliaci. In particolare, il 5G (divenuto operativo in Italia solamente dalla metà del 2019) era stato presentato come una tecnologia in grado di rivoluzionare il mondo in tanti ambiti (automotive, smart city, dispositivi medici, ecc.). La realtà è stata più avara e difficilmente quelle soluzioni fantascientifiche si realizzeranno nell’arco dei prossimi anni, anche perché prima che il 5G possa riuscirci arriverà il nuovo standard 6G.
I lavori di ricerca, sperimentazione e sviluppo del nuovo standard per le telecomunicazioni sono già in corso. La scorsa settimana a Praga si è tenuto un incontro nel quale il 3GPP (l’ente che sviluppa gli standard di rete mobile) e i gruppi tecnici hanno iniziato a lavorare per definire l’architettura 6G. Durante l’incontro si è iniziato a lavorare su quella che sarà la Release 21, ovvero la raccolta di specifiche tecniche da cui nascerà il 6G. Nokia, nel suo blog ufficiale, ha pubblicato una timeline che prevede una diffusione globale del 6G a partire dal quarto trimestre del 2029.
Come sarà il 6G e quali miglioramenti porterà
La vera rivoluzione del 6G non sarà soltanto nella velocità (che comunque si prevede 10 volte superiore al 5G), ma nella natura stessa della rete, pensata per essere intelligente, autonoma e adattiva.
Uno degli aspetti più innovativi sarà l’integrazione nativa dell’intelligenza artificiale. A differenza delle tecnologie precedenti, dove l’AI veniva applicata solo in alcuni ambiti, con il 6G sarà parte integrante dell’infrastruttura. Questo significa che la rete sarà in grado di gestirsi autonomamente, adattarsi al traffico in tempo reale, prevedere i guasti e ottimizzare le prestazioni senza bisogno di intervento umano.
Un’altra promessa importante riguarda il consumo energetico. Secondo Nokia, grazie a una gestione più intelligente delle risorse, il 6G potrà contribuire a prolungare la durata delle batterie degli smartphone e dei dispositivi connessi. Un aspetto non secondario, anche tenendo conto del fatto che il futuro sembra essere più orientato alle auto elettriche e ai veicoli a guida autonoma, il cui funzionamento ed efficienza dipendono molto dallo standard di telecomunicazioni adottato.
Come avverrà il passaggio al 6G
Un’altra novità tra il 5G e il 6G riguarderà il passaggio al nuovo standard. A differenza di quanto accaduto nel passaggio dal 4G al 5G, infatti, il salto tecnologico verso il 6G sarà più graduale e compatibile. Questo grazie a una nuova tecnologia chiamata MRSS (Multi-RAT Spectrum Sharing) che permetterà a 5G e 6G di condividere lo stesso spettro radio, così da ottimizzare le risorse esistenti.
Sia Nokia che Ericsson sottolineano l’importanza del MRSS per evitare sprechi e velocizzare l’adozione del 6G. Si tratta di un netto miglioramento rispetto al sistema di condivisione dinamica del 4G/5G, che si è rivelato meno efficiente. In altre parole, gli operatori potranno aggiornare le reti esistenti per supportare il 6G senza dover ricostruire tutto da zero, riducendo costi e tempi di implementazione. In questo modo, forse, parlando del 7G non dovremo fare bilanci critici sul mancato rispetto delle promesse del 6G.