Xiaomi si aggiunge a OnePlus e Google nel migliorare la reattività di Fast Pair, la funzionalità che semplifica la connessione tra i device e gli accessori Bluetooth. Una novità che in molti potrebbero non notare ma che rivela da una parte la qualità dei device top di gamma di Xiaomi e dall’altra il livello delle soluzioni che Google mette a disposizione dei produttori dei vari device.

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L’impatto della tecnologia Context Hub Runtime Environment non solo per l’associazione degli accessori Bluetooth

Con Fast Pair Google ha introdotto un protocollo che semplifica, tramite un solo tocco, il processo di associazione tra due dispositivi. Gli smartphone che supportano questa funzione, come quelli Google e OnePlus, riescono a rilevare rapidamente quando un accessorio Bluetooth è attivo e pronto per l’associazione a differenza di quelli che ne sono sprovvisti che potrebbero riscontrare un leggero ritardo.

Fast Pair è un servizio integrato in Google Play Services che esegue la scansione dei pacchetti Bluetooth Low Energy; quando il servizio li rileva cerca i dettagli dell’accessorio nel database Fast Pair di Google mostrando una finestra di dialogo che chiede la conferma o meno per l’associazione di quel dispositivo. In una prospettiva di risparmio energetico, il dispositivo Android (o quello Chromebook) non esegue continuamente la scansione dei pacchetti ma lo fa periodicamente ed è il motivo per cui a volte si può riscontrare un leggero ritardo tra il momento in cui l’accessorio inizia a segnalare la propria presenza e quella in cui effettivamente lo smartphone mostra la finestra di dialogo per l’accoppiamento.

Per migliorare questo “problema” entrano in gioco Context Hub Runtime Environment (CHRE) di Android e la nanoapp Nearby di Google. Context Hub Runtime Environment è un’API che permette al sistema operativo di scaricare determinate attività sul coprocessore con un bassissimo consumo del dispositivo. In questo modo la tecnologia CHRE può svolgere compiti semplici, come cercare accessori Bluetooth con Fast Pair, riducendo il consumo della batteria e rendendo il telefono più reattivo in quanto può effettuare più spesso le scansioni per cercare gli accessori.

Device Xiaomi CHRE

OnePlus è stato il primo marchio a sfruttare questa tecnologia e dopo gli auspici di Google che altre aziende potessero farlo fino a oggi non ci sono state indicazioni in merito. Ora anche i top di gamma di Xiaomi, quindi Xiaomi 14T, Xiaomi Civi 4, Xiaomi 14 Ultra, Xiaomi 14T Pro, POCO F6 e POCO F6 Pro prevedono il supporto per CHRE. Ciascuno di questi device precarica la nanoapp Nearby di Google la libreria che gestisce il rilevamento Fast Pair (e su cui si basa anche Quick Share). Quest’applicazione è specifica per ogni tipo di context hub, quindi quella dello Xiaomi 14T Pro funziona solo con il context hub MediaTek “tinysys”.

Inoltre la tecnologia Context Hub Runtime Environment può essere utile anche per introdurre la funzionalità di rilevamento degli incidenti stradali di Google su più dispositivi. È quindi un buon segno che altri produttori la utilizzino nei propri device.