Una nuova funzione che potrebbe debuttare con Android 15 consentirebbe di avviare qualunque applicazione con la voce e potrebbe, verosimilmente, permettere di avviare assistenti vocali diversi da Google Assistant tramite uno specifico comando vocale.
Gli assistenti vocali rappresentano uno degli aspetti più importanti degli smartphone al giorno d’oggi. Il sistema operativo Android può ovviamente contare su Google Assistant, ma ci sono altre alternative di terze parti come Alexa di Amazon o Bixby per gli smartphone Samsung.
Sebbene sia possibile impostare uno di questi assistenti come predefinito su Android, l’unico che reagisce al comando vocale per la sua attivazione rimane Google Assistant. Questa restrizione è legata principalmente alla preoccupazione per la privacy dei dati degli utenti, in quanto il telefono deve rimanere costantemente in ascolto attraverso il microfono per rilevare la parola di attivazione predefinita (in questo caso Hey Google o Ok Google).
Su Android 15 potrebbe però debuttare una nuova funzionalità chiamata “attivazione vocale” che sfrutta una tecnologia di “sensing adattivo” per preservare la privacy dell’utente.
Android 15 potrebbe rivoluzionare i comandi vocali
Analizzando il codice dell’ultima beta di Android 14 QPR2, alcuni utenti hanno scoperto una pagina nascosta dedicata all’attivazione vocale delle app, accessibile tramite Impostazioni > App > Accesso speciale per le app. Attraverso questa pagina è possibile assegnare il permesso di attivazione vocale a specifiche applicazioni, consentendo all’app designata di attivarsi senza l’uso delle mani mediante comandi vocali.
La descrizione della funzionalità all’interno della pagina specifica che il “sensing adattivo garantisce che i dati rimangano privati e accessibili solo all’utente”. Il link presente all’interno della schermata che dovrebbe fornire ulteriori indicazioni, rimanda al momento ad una pagina del supporto Google non ancora attiva, ma possiamo ipotizzare che questa funzionalità potrebbe operare tramite il Private Compute Core di Android, che comprende l’app Android System Intelligence per l’elaborazione offline dei dati e i Private Compute Services per le attività che richiedono un accesso alla rete.
In questo modo le applicazioni attivate tramite comando vocale non necessiterebbero di elaborare i dati provenienti dal microfono, lasciando al Private Compute Core il compito di rilevare ed elaborare direttamente su smartphone la parola chiave, proteggendo quindi la privacy degli utenti. L’accesso all’attivazione vocale non potrà essere consentito direttamente all’apertura dell’app designata tramite la solita finestra che mostra Android per autorizzare i permessi delle app, ma dovrà essere attivata manualmente dall’utente attraverso la pagina presente nelle impostazioni.
Analizzando ulteriormente il codice è emerso che questo permesso può essere attivato anche per le applicazioni di terze parti. Se questo dovesse essere confermato, questa nuova funzionalità potrebbe essere sfruttata da applicazioni come ChatGPT o Alexa per attivarsi mediante comandi vocali, esattamente come fa già Google Assistant.
ChatGPT sta già lavorando ad una nuova versione della sua app per Android che consentirebbe di impostare l’assistente come predefinito, anche se ovviamente potrà essere attivato soltanto manualmente. Se questa nuova funzione debutterà effettivamente su Android 15, potrebbe rappresentare un passo in avanti in questo senso, anche per la stessa Alexa di Amazon che al momento risponde al comando vocale predefinito soltanto se l’app è già aperta sullo smartphone.
Attualmente, Google Assistant e Bixby su telefoni Samsung sono gli unici assistenti virtuali su Android che supportano l’attivazione vocale senza l’uso delle mani, ma questa nuova funzione di Android 15 potrebbe estendere tale capacità a una più ampia gamma di servizi.