Nel lontano 2016 Google ha introdotto, con la versione di Android 7.0 Nougat, un sistema di partizioni A/B con lo scopo di velocizzare gli aggiornamenti software, ciò consente al sistema di rimanere in funzione grazie alla partizione attiva, mentre quella inattiva può essere aggiornata in background e in seguito ripristinata con un riavvio rapido; tutto ciò prende il nome di Seamless Update. Non tutti gli OEM si sono adeguati alle linee guida di Big G, per esempio Samsung e OPPO non hanno ancora implementato il sistema di partizioni sui propri smartphone, motivo per cui Google sembra intenzionato a rendere il tutto obbligatorio (ancora una volta).

Google vuole imporre il sistema di partizioni A/B sugli smartphone che nascono con Android 13

Come già detto lo scopo del sistema di partizioni è quello di velocizzare gli aggiornamenti di sistema, consentendo altresì all’utente di continuare ad utilizzare il proprio dispositivo durante il processo; ciò non accade con gli smartphone dei produttori che non hanno ancora aderito a questa pratica, i cui dispositivi richiedono più tempo per applicare gli aggiornamenti software, rendendo il dispositivo inutilizzabile per alcuni minuti.

Sembra che Google abbia ora intenzione di rendere obbligatorio il supporto A/B virtuale, per rilasciare le licenze GMS sui dispositivi che nascono con Android 13: in realtà il colosso di Mountain View aveva già tentato questa strada con Android 11, salvo poi ripensarci e limitarsi a consigliarne l’adozione, consiglio che non è stato recepito (o quantomeno è stato ignorato) da alcuni produttori.

Sebbene attualmente il CDD di Android 13 non renda obbligatoria l’adozione delle partizioni A/B da parte dei produttori, secondo un rapporto di Esper sembra che Google lo stia imponendo per rilasciare la licenza GMS sugli smartphone con Android 13 nativo; con questo scopo l’azienda ha aggiunto nuovi test al VTS (Vendor Test Suite) che rendono di fatto obbligatorio il supporto A/B virtuale per i nuovi dispositivi che verranno lanciati con Android 13 (in parole povere, vuoi lanciare un nuovo smartphone con l’ultima versione di Android? Devi superare questi test, e per superarli devi implementare il sistema di partizioni A/B).

Considerando che tutti i brand attualmente sul mercato, produttori di smartphone Android, necessitano della licenza GMS per lanciare i propri prodotti, auspichiamo che il sistema di partizioni A/B prenda sempre più piede, di modo da consentire anche sugli smartphone dei marchi attualmente sprovvisti di eseguire aggiornamenti software senza interrompere l’utilizzo dello smartphone, nonché permettendo un facile downgrade (riattivando la partizione non aggiornata) qualora il processo di aggiornamento avesse avuto qualche problema.

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