L’insorgere di polemiche in materia di dati personali con Facebook (ora Meta) da una parte e le istituzioni dell’Ue non è certo una novità, ma la mancata risoluzione di quest’ennesima diatriba potrebbe portare addirittura ad una clamorosa rottura: l’abbandono del Vecchio Continente da parte di Facebook e Instagram.

A dirla tutta un portavoce di Meta ha già preso la parola per ammorbidire un po’ i toni, tuttavia il delicato nodo privacy rimane insoluto (d’altronde è di pochi giorni fa la notizia che vede anche WhatsApp sotto la lente dell’Ue).

Il rapporto di Meta alla SEC e la minaccia di lasciare l’Europa

Il sito Mashable ha ripreso il rapporto annuale che Meta ha depositato alla SEC (Securities and Exchange Commission) degli Stati Uniti giovedì 3 febbraio 2022, nel quale lo scenario di un abbandono dell’Europa con prodotti come Facebook e Instagram viene tratteggiato in termini di possibilità dallo stesso Mark Zuckerberg.

In alcuni punti salienti del rapporto si legge infatti che «Se una nuova cornice transatlantica sul trasferimento di dati [sui server statunitensi] non viene adottata … probabilmente non saremo in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più significativi, inclusi Facebook e Instagram, in Europa, fatto che influirebbe materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulla nostra condizione finanziaria e sui risultati delle nostre operazioni».

Alla base di tutto, insomma, c’è la solita disputa tra Zuckerberg e l’Ue legata alla normativa comunitaria in materia di tutela dei dati personali che impedisce a Meta di operare il trasferimento dei dati degli utenti europei suoi server statunitensi. La posizione di Meta, così come emerge dal rapporto alla SEC, è quella che il trasferimento dei dati sia imprescindibile per il funzionamento della propria attività, anche per quanto riguarda il targeting degli annunci pubblicitari. Il fatto che, ai fini di garantire la tutela della privacy, i dati degli utenti del Vecchi Continente siano sotto la giurisdizione dell’Ue e la mancanza di nuovi accordi ad hoc con Meta potrebbero portare alla paventata rottura.

In ogni caso Meta esprime l’auspicio che nel 2022 si possa raggiungere un accordo per evitare l’allontanamento.

Meta ha già provato a smorzare i toni

Una notizia di questo tipo ha chiaramente fatto drizzare le antenne a tutti, per questo motivo Meta non ha perso tempo e ha cercato subito di smorzare i toni. Un portavoce del colosso dei social network ha espresso la posizione ufficiale di Meta in questi termini:

«Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa. Le aziende fondamentalmente hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed Ue, e come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori, mano mano che la situazione si evolve, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee. Semplicemente Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l’Ue e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali. Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole Contrattuali Tipo (Standard Contractual Clauses) e su adeguate misure di protezione dei dati».

La prima risposta dall’Ue

Di fronte all’annuncio di Meta e alla successiva presa di posizione, non si è fatta attendere una prima risposta delle istituzioni comunitarie, dalla quale si evince come la partita sia appena iniziata. Eric Mamer, portavoce della Commissione europea, ha infatti dichiarato che l’annuncio di Meta «è molto recente e non abbiamo commenti da fare al momento», ma «una cosa deve essere assolutamente chiara: l’Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini. [L’Ue tiene] ovviamente conto dei punti di vista espressi dagli operatori economici, ma agisce autonomamente quando deve stabilire i suoi regolamenti».

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