Come ben sappiamo fin da prima dell’annuncio di Google Pixel 6 e Pixel 6 Pro, i nuovi smartphone di fascia alta del colosso di Mountain View sono i primi a montare il primo processore proprietario dell’azienda: Google Tensor.

Un’analisi approfondita su Google Tensor

In queste ore i colleghi di AnandTech hanno pubblicato un’analisi approfondita di Google Tensor mettendo nero su bianco alcune caratteristiche che circolavano in rete già da qualche tempo. Innanzitutto il chip di Google condivide molte similarità con la famiglia di processori Exynos di Samsung: “stessa architettura di gestione dell’alimentazione e delle memorie“, si legge nell’analisi.

Google ha però gestito in maniera differente alcuni aspetti piuttosto fondamentali del nuovo processore. Innanzitutto il setup dei core sono molto differenti rispetto ai tipici utilizzati da Samsung sugli Exynos: l’azienda statunitense ha infatti adottato una configurazione “2+2+4”, e non si capisce il motivo alla base dell’implementazione dei core Cortex-A76 ormai datati e con una scarsa gestione delle performance.

L’idea è che Google, con il chip Tensor, abbia avuto un approccio misto: da una parte si è basato su parte dell’architettura dei chip Exynos di Samsung, dall’altra ha messo in pratica alcune personalizzazioni che hanno spinto AnandTech a descrivere il processore come “semi-personalizzato“. Se volete conoscere ulteriori informazioni sul processore di Google, i consumi, le prestazioni e molto altro, vi lasciamo il link in “fonte”.

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