I fan dei Samsung Galaxy Note, una serie unica e iconica nel panorama mobile, stanno ancora metabolizzando la cattiva notizia del mancato lancio di un nuovo modello nel 2021, ma adesso ne arriva una peggiore: stando alle ultime indiscrezioni, la serie sarebbe giunta al capolinea e il suo spirito – i.e. la S Pen – dovrebbe sopravvivere nella serie Galaxy S.

Quest’anno Samsung aveva giustificato parzialmente la decisione di saltare il nuovo modello dell’iconico phablet col pennino con il global chip shortage, “consolando” comunque gli utenti delusi con il supporto alla S Pen implementato per la prima volta su un pieghevole come Samsung Galaxy Z Fold3 5G.

Serie Galaxy Note destinata a sparire, S Pen no

Il produttore sudcoreano non ha finora fornito indicazioni ufficiali sul futuro della serie Galaxy Note e, sebbene di recente di fosse parlato di un rinvio di Samsung Galaxy Note 21 al 2022, adesso arriva una voce di segno contrario che sa di doccia fredda: la serie Note sarebbe destinata a scomparire, con l’iconica S Pen che dovrebbe essere ereditata dalla serie Galaxy S.

L’indiscrezione è stata riportata dal solito Ice universe in un tweet che recita testualmente: «Aggiornamento: la serie Note è finita, ma non è finita. S diventa Note!»

Da una parte il primo indizio di questa transizione potrebbe essere individuato nel supporto alla S Pen da parte di Samsung Galaxy S21 Ultra. A quest’ultimo, come detto, si è aggiunto anche Samsung Galaxy Z Fold3 5G. Avrebbe perfettamente senso che la caratteristica venisse confermata sui rispettivi successori Samsung Galaxy S22 Ultra e Samsung Galaxy Z Fold4.

Dall’altra parte ci sono un paio di considerazioni da fare. Prima di tutto, la serie Galaxy S comprende tre modelli, resta da capire se Samsung vorrà continuare la S Pen al solo modello Ultra. In secondo luogo, allo stato attuale né la serie Galaxy S né il Fold garantiscono quell’integrazione propria dei Note: la S Pen è un mero accessorio esterno opzionale, non è parte integrante né elemento identificativo del prodotto. Una “trasformazione” – come suggerita dalla fonte –, per essere completa, dovrebbe implicare un autentico ma inverosimile stravolgimento del dispositivo.

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