Le applicazioni mobile fanno parte della nostra vita quotidiana, accompagnandoci in tutte le attività, dal lavoro al divertimento, dallo studio allo shopping e provando a renderci più semplici le giornate ma, a quanto pare, tutto questo ha un suo prezzo.

Lo staff di pCloud, infatti, ha deciso di sfruttare il nuovo sistema di classificazione dell’App Store di Apple in materia di privacy e realizzare un interessante report per provare a capire quante e quali informazioni le varie applicazioni più popolari recuperano dagli utenti.

Anche perchè, è bene ricordarlo, nel momento in cui si fornisce a un’app il permesso di raccogliere determinati dati, questi potranno poi essere analizzati o addirittura condivisi e, pertanto, potrebbe essere importante rendersi conto di quali informazioni vengano cercate dalle varie applicazioni.

Le applicazioni mobile e la privacy in un nuovo report

Uno dei principali motivi per cui le app raccolgono i dati degli utenti è per migliorare l’esperienza offerta, studiando il modo in cui interagiscono ma vi sono anche altre ragioni, come ad esempio per indirizzare più correttamente gli annunci pubblicitari e ciò spesso con un sistema multi-piattaforma, ossia che funziona anche tra diversi siti o app: proprio tale ultimo meccanismo è possibile grazie alla trasmissione delle informazioni a terze parti, operazione che pare venga effettuata dal 52% delle applicazioni.

applicazioni mobile dati

Anche guardare un video su YouTube potrebbe essere un’attività che ha una certa rilevanza in ambito di privacy, in quanto ogni volta che si cerca un contenuto sulla piattaforma il 42% dei propri dati viene inviato a terze parti, in modo da influire sugli annunci pubblicitari che saranno visualizzati durante la visione dei filmati.

Instagram condivide addirittura il 79% dei dati degli utenti con altre società (inclusa la cronologia di navigazione) mentre Facebook arriva al 57% e LinkedIn o Uber al 50%.

Non tutte le applicazioni condividono i dati degli utenti e tre molto popolari che rientrano in tale categoria le troviamo nel settore cibo: parliamo di Just Eat, Grubhub e My McDonald’s, app che non rivelano alcuna informazione a terzi.

Sempre secondo l’App Store, l’80% delle applicazioni utilizza i dati degli utenti per commercializzare i propri prodotti sia all’interno della stessa app che su altre piattaforme.

applicazioni mobile dati

Tra le applicazioni più sicure e che proteggono maggiormente i dati degli utenti troviamo Signal, Clubhouse, Netflix, Microsoft Teams, Google Classroom, Shazam, Etsy, Skype, Telegram e Boohoo:

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Infine, l’ultimo grafico ci mostra una classifica di invasività per quanto riguarda la privacy di 102 delle applicazioni più popolari:

applicazioni mobile dati

Probabilmente la situazione in ambito Android non è così diversa da quella che viene tracciata dal report di pCloud e ciò ci suggerisce che la consapevolezza degli utenti per quanto riguarda la privacy forse è ancora troppo bassa.