La vita sembra essere tutt’altro che buona (parafrasando il motto della società) nel quartier generale di LG a Seoul, in particolare negli uffici della divisione mobile che si appresta ad affrontare l’ennesimo trimestre in rosso, anche a causa delle pessime performance di vendita di LG G5, che non è riuscito a generare i risultati auspicati.

Per cercare di porre rimedio a questa delicata situazione, favorita dalla delicata situazione economica internazionale, dalla crescita della competitività nel mercato mobile e dalla continua guerra al ribasso dei prezzi, LG ha creato il Program Management Office, un organo il cui compito è quello di prendere in mano la situazione e cercare di porre rimedio, partendo dalla sostituzione di alcuni dirigenti.

Attualmente LG detiene una quota di mercato prossima al 4% che le vale il settimo posto mondiale tra i produttori e non intende investire ingenti somme di denaro in campagne promozionali rimanendo allo stesso tempo competitivo. A rischio c’è dunque la sopravvivenza della divisione mobile, anche se per il momento sembra una soluzione alquanto radicale.

LG non è stata in grado di realizzare un’economia su vasta scala come Samsung e Apple e ora farà molta fatica a riorganizzarsi senza dover ricorrere a misure drastiche, come spostare le proprie linee produttive in quei paesi asiatici dove la manodopera è ancora conveniente. Oltre ai problemi di organizzazione interna, LG deve guardarsi dalla concorrenza dei tanti brand cinesi che stanno crescendo letteralmente come i funghi e si stanno divorando enormi fette di mercato.

Se fino a qualche tempo fa si limitavano a operare nelle fasce basse del mercato, ora alcuni produttori come OPPO, vivo, Huawei e Xiaomi stanno dominando nel mercato asiatico anche nei segmenti più alti, con prezzi che sembrano impossibili da ottenere per LG. Dopo HTC dunque, che non sta attraversando un momento economico felice, anche LG si aggiunge all’elenco dei produttori in evidente difficoltà e la lista sembra destinata a crescere.

D’altra parte, se dobbiamo dare retta alle previsioni di Richard Yu, CEO di Huawei, “ne resteranno solo tre”, riferendosi al numero di competitor che popoleranno il  mercato degli smartphone tra quattro anni.