Tra le novità presentate da Lenovo durante la presentazione principale del Lenovo Tech World, i Moto Mods per Lenovo Moto Z sono state sicuramente tra quelle più interessanti perché portano un po’ di modularità su dispositivi altrimenti non modificabili come siamo abituati a vedere. OneCompute è uno dei concept di Moto Mods che sarebbe possibile creare e permette di trasformare il Lenovo Moto Z in un computer completo, un po’ come Microsoft Continuum.

I Moto Mods permettono di espandere le funzionalità del Lenovo Moto Z e la Mod chiamata Moto Mods Smart Surface consentirebbe di aggiungere la ricarica wireless e due interfacce USB e HDMI per accedere a OneCompute, modalità che ricorda quella presente sul vecchio Motorola Atrix (risalente, ormai, a ben cinque anni fa!) che permetteva di usare lo smartphone come “intelligenza” per un piccolo notebook chiamato Lapdock. I cambiamenti più sostanziali stanno nel fatto che in questo caso sembra esserci una dock da scrivania compatibile con tutte le normali periferiche per computer, che evitano quindi l’obbligo di acquistare periferiche apposite.

Non c’è molta differenza neppure tra OneCompute e Microsoft Continuum, la modalità lanciata con Windows 10 Mobile che permette di trasformare uno smartphone abilitato in un vero e proprio computer grazie alle applicazioni universali (Universal Windows Apps). Non c’è (ancora?) una specifica di Android che permette di fare questo, ma Lenovo ha pensato ad una apposita modalità che ricorda quella dei sistemi operativi per desktop.

Il Lenovo Moto Z con OneCompute entrerebbe quindi, in un certo senso, in competizione con l’HP Elite x3, il nuovo smartphone con Windows 10 Mobile della casa di Palo Alto, che punta all’utenza business proprio grazie a questa capacità di trasformarsi in una sorta di PC completo con cui gestire email, documenti e altro ancora.

Tutto questo ancora non è realtà, ma indica un possibile sviluppo futuro. Stiamo assistendo alla nascita di una nuova tipologia di dispositivi? Forse. L’idea è nell’aria da molto tempo (vedi Ubuntu for Android, risalente al 2013), ma ultimamente sembrano esserci finalmente una serie di elementi come la potenza di calcolo e le tecnologie di trasferimento dati sufficienti a permettere l’arrivo di dispositivi universali: e sarà tutto nella nostra tasca, ovunque andremo. Cambierà lo schermo a seconda delle situazioni. Alla fine quello che conta sono i dati con cui si lavora e la comodità: chi direbbe di no ad avere un solo dispositivo per fare tutto?

Screenshot: video di presentazione Lenovo