Google, che nel frattempo è divenuta Platinum Member della Linux Foundation, ha deciso di puntare in modo deciso sui feature phone e lo ha chiaramente dimostrato con un investimento da ben 22 milioni di dollari in KaiOS.

Google investe sui feature phone: obiettivo Next Billion Users

Google crede nelle potenzialità degli smart feature phone di ultima generazione, tanto da investirci per portare online tantissimi nuovi utenti (Next Billion Users). Big G ne aveva già dato prova in tempi recenti con lo sviluppo di app come Tez e Files Go e con il contestuale lavoro di ottimizzazione di altre per andare incontro a specifiche necessità, come quelle legate ad una connettività limitata.

Sulla stessa linea si pone adesso l’investimento della ragguardevole cifra di 22 milioni di dollari che il colosso di Mountain View ha effettuato in favore di KaiOS, attraverso il quale Google mira a sfruttare i moderni feature phone per portare numerosi nuovi utenti ai suoi servizi come Assistant, Maps e non solo.

Più in basso della categoria degli smartphone, inclusi quelli basati su Android Go, nel corso degli ultimi anni è andata formandosi una nuova categoria, quella degli “smart feature phone”. Mantenendo sostanzialmente inalterato il form factor dei vecchi telefoni cellulari, con piccoli display da 2-3 pollici e tastierino fisico T9, molti di questi dispositivi hanno raggiunto una diffusione significativa nei Paesi in via di sviluppo, dove gli smartphone non sono ancora accessibili da buona parte della popolazione.

Qui entra in gioco KaiOS, un sistema operativo nato nel 2017 dalle ceneri di Firefox OS, che si basa su Linux e che è stato sviluppato in modo specifico per questi dispositivi con un hardware particolarmente limitato. Allo stato attuale KaiOS è presente su oltre 30 milioni di dispositivi, numeri che da soli bastano a spiegare l’interesse manifestato da Google. Uno dei device più noti con KaiOS è senza dubbio il nuovo “banana phone”, il rinnovato Nokia 8110 che HMD Global ha lanciato all’ultimo MWC di Barcellona. Gli fanno compagnia device realizzati da TCL e Micromax, mentre tra gli operatori partner ci sono Reliance Jio, Sprint, AT&T e T-Mobile.

Uno degli aspetti più smart di questo genere di device è rappresentato dal KaiStore, un app store tramite il quale gli sviluppatori possono rendere disponibili funzionalità proprie dei moderni smartphone, quali ad esempio shopping, news e giochi. Sfruttando tecnologie web, le applicazioni in questione sono sviluppate con HTML5, Javascript e CSS. Tra le altre funzionalità che solitamente questi feature phone offrono vale la pena ricordare la connettività 4G LTE (che rende possibile anche le video-chiamate), supporto al dual SIM, Wi-Fi, GPS ed anche pagamenti via NFC.

L’investimento di Google (series A) dovrà aiutare “fast-track development and global deployment of KaiOS-enabled smart feature phones”. Nel frattempo, le due compagnie sono al lavoro per portare Google Assistant, Maps, YouTube e Ricerca sulla piattaforma KaiOS.

A questo proposito, lo scorso anno Google aveva già dato vita ad una partnership con JioPhone in India per portare Google Assistant a bordo di un dispositivo di questo tipo (dumb phone). Secondo KaiOS, alla luce del form factor di questi device, l’assistente di Google potrebbe segnare una svolta: “having an intelligent voice assistant on an affordable mobile phone is truly revolutionary as it helps overcome some of the limitations a keypad brings.”

Google è Platinum Member della Linux Foundation

Google crede fermamente nel concetto di open source, lo dimostrano i suoi numerosi progetti. Ora Big G è un Platinum sponsor della Linux Foundation, un’organizzazione no-profit dedita a quella causa.

Fondata nel 2000, The Linux Foundation si occupa di promuovere progetti open source in tutto il mondo, incluso ovviamente quello da cui prende il nome. Linux ha un’importanza fondamentale per Google e lo dimostrano chiaramente i suoi principali sistemi operativi Chrome OS ed Android.

In precedenza Big G, in qualità di Silver sponsor, contribuiva alla causa nella misura di circa 100.000 dollari all’anno, ora che si trova al livello Platinum, la cifra salirà intorno ai 500.000 dollari annui. Non si tratta di una cifra spropositata, dal momento che parliamo di Google, ma è ugualmente un aumento importante. Peraltro Google si è mossa con colpevole ritardo rispetto agli altri Platinum sponsor come AT&T, Intel, Microsoft, Oracle e Samsung e non è escluso che l’abbia fatto soltanto per rispondere alla recente acquisizione di GitHub da parte di Microsoft.